Oleg e Fabio, giovani dominatori del Po: «Ed è solo l’inizio…»
I due giovani piloti fanno parte della scuderia casalese Rainbow Team
CASALE – A Casale la motonautica ha una storia gloriosa: in passato il Monferrato è stato un punto di riferimento sia a livello nazionale che europeo. Ma questa tradizione agli occhi delle nuove generazioni è pressochè inesistente, dato che la disciplina – per varie ragioni – è stata sempre meno praticata nel territorio. Da qualche tempo però pare qualcosa si stia muovendo: il casalese Fabrizio Bocca è una vera e propria leggenda della motonautica e con il suo Rainbow Team ha riportato le monoposte acquatiche a correre sul tratto nostrano del Po. Il merito è evidente ma non è esclusivamente suo: al suo fianco c’è un team di giovani piloti che step dopo step si sta imponendo. Tra questi Oleg Bocca (proprio figlio di Fabrizio) e Fabio Bacco – rispettivamente classe 2003 e 2002 – reduci da un weekend di gare più che positivo a San Nazzaro d’ (PC) nelle categorie Gt30 e Osy/400, e con i quali abbiamo ripercorso la loro finora breve carriera e gli obiettivi a medio e lungo termine.
Oleg, raramente la genetica sbaglia e visto il nome che porta era lecito aspettarsi di vederla ripercorrere le orme del padre. Senza la storia della sua famiglia, crede che avrebbe comunque intrepreso questa strada?
Devo dire che mi sono appassionato perchè ho avuto la fortuna di conoscere la motonautica vedendo mio papà e mia mamma che hanno sempre lavorato nell’ambiente. Penso che molti più giovani si appassionerebbero se solo ci entrassero in contatto. E anche se la mia famiglia non avesse avuto questa naturale predisposizione per la disciplina, credo che in un modo o nell’altro sarei finito su questa strada.
Chiamarsi Bocca in un ambiente come questo dev’essere una bella pressione però… Lei come vive questa situazione?
In realtà è una domanda che mi faccio spesso, capisco delle responsabilità e delle pressioni che derivano dal mio nome, ma io sono tranquillo, riesco a trarne più benefici che svantaggi.
(Bocca sulla monoposto numero 57)
Diverso è il discorso per lei Fabio: non essendo monferrino, come ha conosciuto questo mondo affascinante, certo, ma ancora di nicchia?
Sì infatti io sono di Siziano, in provincia di Pavia, e sono sempre stato un appassionato di motori e corse, prevalentemente moto e macchine. Poi quasi per caso in una gita di seconda media ho scoperto che si poteva correre anche sull’acqua. Mi sono informato, ho fatto le prime prove per capire di cosa si stesse parlando ma è stato subito amore a prima vista: ho capito che era lo sport adatto per esprimere il mio potenziale.
(Bacco sul podio lo scorso fine settimana)
E dagli inizi siamo arrivati a oggi: lo scorso weekend è stato ricco di soddisfazioni per entrambi. Per Oleg sono arrivati nella categoria Gt 30, che è appena stata creata e in cui è stato vero dominatore…
Sì esatto, mi sono classificato primo sia nelle qualifiche che poi nelle due manches di gara. Devo dire di essere molto soddisfatto, anche se il campionato a cui guardo con più attenzione è quello di Formula 4.
Quali sono gli obiettivi nelle due competizioni?
In Gt 30 punto a vincere il campionato italiano, mentre in Formula 4 so che sarà dura. La categoria, il livello di competizione e dei piloti è superiore ma so di poterci stare, quindi la sfida è rientrare almeno nei primi 5 posti del ranking per crescere ulteriormente e poi un domani provare a fare quel passo in più.
Per Fabio sono arrivati un secondo e un terzo posto in una categoria alquanto particolare, giusto?
Sì perchè si guida… da sdraiati. ‘Particolare’ è proprio il termine esatto, non è adatta a tutti ma è quella che mi esalta e valorizza di più. Per quanto riguarda i risultati non posso dire che siano deludenti però mi aspettavo qualcosa in più. Un po’ di malcontento è normale che ci sia, soprattutto per il maltempo che ha influenzato fortemente la gara. Il mio obiettivo era vincere il campionato italiano: gli altri anni si disputava in gara unica ma forse ci sarà un secondo appuntamento. Forse sono ancora in tempo per rifarmi.
Oleg, 18 anni ancora da compiere e studente al Leardi: forse è prematuro, ma si è già posto degli obiettivi a lungo termine? Arrivare a praticare la motonautica come professione è difficile ma è questo il suo sogno del cassetto?
‘Vivere’ di motonautica non è impossibile ma è chiaro che bisogna arrivare a livelli altissimi come quelli della Formula 1, sono consapevole delle difficoltà davanti a me, ma finchè avrò una speranza ci proverò. E anche se non nei panni di pilota, il mio sogno è quello di continuare a lavorare in questo fantastico mondo. Questo, e quello di portare il più in alto possibile il mio nome e di tutta la famiglia.
Stessa domanda per Fabio, anche se il discorso è leggermente diverso visto che al di fuori delle corse acquatiche ha già un lavoro, giusto?
Sì, lavoro per un’impresa edile, è un lavoro duro non lo nascondo, ma mi gratifica e mi permette di fare palestra con i metodi di una volta (ride, ndr). Sinceramente è una domanda troppo difficile a cui per ora è molto difficile rispondere. Ci sono veramente tante cose che mi piacciono e che vorrei fare un domani, a partire proprio dall’edilizia, mi guardo intorno ma senza pensarci troppo. Per adesso mi limito a correre e far parte di questa fantastica scuderia formata da persone meravigliose, e se un domani dovessi ritrovarmi a portare avanti il lavoro svolto fino a oggi, non sarebbe altro che un onore.