Crisi Cerutti, ecco la fumata bianca: «Il merito è del presidio»
Arriva la cassa Covid e si alza l'incentivo all'esodo
CASALE – Bruno Pesce, storico volto dell’Afeva di Casale ed ex sindacalista molto noto sul territorio, che non di rado ha manifestato anche in presenza il suo sostegno alla lotta dei lavoratori della Cerutti (e in particolare a quelli presenti al presidio) commenta le recenti svolte della vertenza che, pare ormai quasi certo, è destinata a chiudersi.
Crisi Cerutti, ecco la fumata bianca: «Il merito è del presidio»
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«Come è noto, la straordinaria e lunghissima lotta delle lavoratrici e lavoratori Cerutti, in forte unità con i loro sindacati e anche con un presidio di oltre 6 mesi, sta svolgendo al termine – spiega Pesce – Giorno per giorno, con grandi difficoltà ed incertezze, causate dal fallimento disastroso del gruppo, si è dovuto strappare e conquistare questo massimo risultato possibile: recupero della Cassa Integrazione (che dovrebbe essere ovvio per la sussistenza dei lavoratori); la conferma della Bobst dell’assunzione di 30 lavoratori (purtroppo pochi!) e altri 40 che si stanno organizzando in cooperativa; una “buonuscita” per tutti in aggiunta alle spettanze di fine rapporto e altre forme di tutela. Lotta tanto più faticosa e straordinaria, se teniamo conto del contesto generale caratterizzato da un individualismo dilagante che ha sostituito gran parte dell’attiva e costruttiva solidarietà praticata nei decenni passati. Inoltre questa lotta straordinaria mi pare abbia messo “tragicamente in luce” le enormi carenze nelle procedure della gestione del fallimento e, in particolare, delle carenze normative che lo regolano. Credo che la politica, le istituzioni dovrebbero finalmente recuperare queste “enormi carenze” anche proprio di carattere normativo, ponendo, quale prima priorità da affrontare in caso di fallimento e chiusura di attività lavorative, la prospettiva e le condizioni per tutelare il lavoro e dunque i lavoratori, anziché, come appare oggi, sia considerato un optional. Mi pare che anche la nostra preziosissima Costituzione reclami questo “recupero” di giustizia sociale e di civiltà nel Lavoro, che dovrebbe essere affermato ovviamente quando i cittadini ne hanno vitale bisogno».