#alttok – La piattaforma di nicchia che ospita stili alternativi
Perché, vi chiederete, su TikTok vi sono video con l’hashtag #beanstok (da beans, fagioli) che hanno finora raccolto oltre 1,5 miliardi di visualizzazioni. E perché 512 milioni di volte sono stati visti contenuti contraddistinti da un cancelletto altrettanto buffo, #frogtog (da frog, rana).
Che TikTok fosse un luogo poco comprensibile per noi boomer era giù cosa nota, ma che accanto ad un TikTok pubblico, mainstream, vi fosse una piattaforma di nicchia, capace di ospitare culture alternative e fenomeni sotterranei ci vorrebbe un adolescente a prenderci per mano e a guidarci per scoprirne di più. Dai complottisti di QA non alle rivendicazioni della comunità Lgbt, molteplici sono dunque i binari che potrebbero condurci ad approfondire ciò che non troverebbe facilmente ospitalità sui giornali in edicola. Per dirla con Jovanotti, è certo dunque che TikTok raccolga più di una tribù. Una tribù che balla.
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Ciò che in qualche misura stupisce è il fatto che i leader politici, presentissimi sui social media, con l’eccezione di Matteo Salvini, non siano presenti su TikTok nonostante i numeri che raggiunge (oltre 5 milioni di utenti in Italia). Non dipende solo dall’età degli iscritti (7 su 10 hanno meno di 24 anni) ma anche dalle caratteristiche della piattaforma: ogni video infatti può essere oggetto di Duets o Stitch ovvero di un controcanto continuo, da parte di altri utenti, di prese in giro, di attacchi, di smentite.
Se delicato è il contesto, profondamente diverso è il funzionamento che lo regola. Se l’algoritmo di Facebook favorisce infatti la visibilità di un post nella misura in cui sia stato reso oggetto di reazioni e commenti e racchiude in bolle l’esperienza di navigazione per via della consuetudine a interagire con Gruppi e Pagine, il successo di TikTok è dato da una personalizzazione più profonda dei suggerimenti che fornisce per via di un algoritmo che suggerisce video non solo sulla base delle reazioni ricevute, ma anche del tipo di dispositivo che si possiede, di testi ed hashtag presenti nei video, delle tipologie di audio adottati.
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Alessandrino ed esperto di digital: ecco chi è Andrea Boscaro