Walking football, Massimo Linarello nuovo ct della nazionale
Incarico prestigioso per l'allenatore di Morano Po, da anni impegnato nel calcio camminato
MORANO PO – Nell’anno delle imprese sportive italiane, un monferrino è stato chiamato per compierne di nuove. Massimo Linarello – uno dei volti più conosciuti del calcio casalese prima come giocatore e ora come allenatore – da qualche giorno è infatti il nuovo commissario tecnico della nazionale azzurra di walking football over 50.
Una chiamata arrivata da una federazione che sta muovendo i primi passi e che permetterà, quindi, all’allenatore di Morano Po di continuare a far crescere il movimento del cosiddetto ‘calcio camminato’ che ha già una base importante proprio a Casale, dove è allenatore e giocatore del club che porta il nome del compianto Angelo Mello.
Scelto… dai colleghi
La scelta è ricaduta su Linarello anche grazie al parere dei colleghi allenatori: «La federazione ha lanciato un sondaggio tra gli allenatori di walking football in Italia e il 90% circa ha fatto il mio nome. A livello professionale è un traguardo molto importante, che mi inorgoglisce e che soprattutto mostra la bontà del lavoro fatto e dei risultati raggiunti con il Casale».
L’impegno diventa quindi di quelli delicati: «Ci aspettano tanti incontri importanti – spiega il neo ct – prossimamente ci sarà un triangolare con Francia e Spagna e nell’estate prossima ci saranno i mondiali. Le possibilità per far bene ci sono tutte, ma adesso ho una grossa responsabilità». Durante gli eventi a cui prenderà parte con i nerostellati, d’ora in avanti, dovrà tenere sott’occhio i giocatori papabili per la convocazione: «In realtà ho le idee abbastanza chiare ma già la tre giorni di Coppa Italia del 22-23-24 ottobre a Firenze sarà un’occasione per visionare le squadre e i giocatori di tutto il paese».
Ed è proprio in quei giorni che in un luogo sacro del calcio italiano come il centro tecnico di Coverciano, verrà ufficialmente presentato: «La soddisfazione più grande è ovviamente la mia, perchè metto l’anima in tutto quello che faccio, ma il pensiero e la dedica più grande non può non andare a mio papà Franco» racconta Massimo, con la voce rotta dall’emozione.