«Il nostro palazzetto un nome lo aveva già, quello della persona che l’aveva voluto»
Il commento di Casale Bene Comune
CASALE – Arriva anche l’intervento di Casale Bene Comune sulla vicenda del Palazzetto dello Sport.
La lista civica commenta attraverso Johnny Zaffiro, candidato alle elezioni del 2019. «Pala Ferraris e Pala Energica… Siccome ci avevano detto che non avevamo capito e che la nostra polemica era strumentale, dobbiamo oggi commentare che invece avevamo capito benissimo e che la giunta di Casale ha agito con la coda fra le gambe. Il Pala Ferraris è diventato “Pala Energica Pala Ferraris”, ma l’amministrazione, sempre generosa nell’autoincensarsi, stavolta deve aver capito che la mossa non è delle migliori e che il torto alla città è grande; per questo la notizia è arrivata a Casale per vie traverse. Ma è arrivata. L’errore dunque, non è di noi ‘duri di comprendonio’, è tutto dell’amministrazione, che avrebbe potuto non portare a termine questo progetto e trovare altri modi per valorizzare il ruolo di Energica in città. E avrebbe dovuto farlo! Per rispetto di un uomo, Paolo Ferraris, per orgoglio cittadino e per mostrare che la logica commerciale ed economica non è una religione ma una opportunità da usare consapevolmente» commentano i civici.
«Non lo ha fatto. Ci hanno spiegato che si tratta di Naming rights, il sistema di intitolazione di strutture sportive adottato in tutto il mondo, implicitamente evidenziando che questa è la realtà da accettare… Come se non fossimo a conoscenza di questa metodologia e come se la contestassimo aprioristicamente… E no, la piccineria non è la nostra; il nostro palazzetto un nome lo aveva già, ed era precisamente quello della persona che lo aveva voluto. Cambiare nome e indicare Ferraris in subordine, è offensivo verso l’uomo e verso la città. Punto. La scelta l’avete fatta voi e non ha giustificazioni tecniche e commerciali di sorta. Casale Monferrato non è, e non era al momento dell’insediamento della giunta Riboldi, un Comune in dissesto, ed ha (se lo vuole…) la forza e la dignità di bilanciare correttamente l’anima storica e culturale con la vocazione commerciale».
«Ma appunto, bisogna volerlo… Per concludere, un accenno al caso dello stadio di Udine, storicamente “Stadio Friuli”, in ricordo delle vittime del terremoto del 1976 e (in generale) per promuovere il territorio. Ebbene, nonostante il malcontento diffuso nella città friulana e il disappunto della tifoseria, tale struttura ha nel 2016 cambiato nome, accettando la supremazia dello sponsor: ora è “Dacia stadio”, e tanti saluti alle 990 vittime del sisma».