La “Big Bench”, strumento di sviluppo territoriale
La panchina (Bench in inglese Banc in francese) diventa uno strumento di sviluppo territoriale. L’idea di realizzare una panchina per promuovere il territorio nasce da Chris Bangle. Il suo sito riporta questa bellissima introduzione che vi allego in questo mio blog: “È sempre entusiasmante vedere un’idea nuova mettere le ali e volare in alto per scoprire nuove persone, nuovi approcci alla vita e nuovi modi di vedere cose già familiari”.
Così è accaduto per la Panchina Gigante. Tutto è iniziato come un progetto tra amici e vicini di casa, e adesso sta conquistando il cuore e la passione di molte persone, che difficilmente avrebbero immaginato di guardare un giorno le montagne e i vigneti italiani seduti su un pezzo di arredamento da esterni fuori scala.
Qui è la bellezza di questo tipo di design. Oggetti che divengono iconici non soltanto perché sono stati spinti da un meccanismo di marketing, ma perché l’idea intrinseca era così seducente e così facilmente realizzabile che ha creato da sola le condizioni naturali per la propria duplicazione e diffusione.
Le Panchine Giganti sono spesso conosciute per immagini, ma una volta che ci si siede su una di esse e si prova la sensazione di godersi la vista come se “si fosse di nuovo bambini”, si vive un’esperienza intensa, da condividere con gli altri. Le panchine sono fatte per rilassarsi, a differenza di una sedia o di una poltrona sono larghe abbastanza da accogliere uno o più amici. Sedersi su una panchina è un gesto sociale piacevole, e fare buon uso di tutta l’energia positiva che le Panchine Giganti emanano è la visione alla base del BIG BENCH COMMUNITY PROJECT.
L’idea positiva delle Panchine Giganti ha ormai varcato i pacifici confini del Piemonte! Come la nostra BIG RED BENCH #1 ha ispirato gli appassionati a costruirne altre, alcuni visitatori provenienti da lontano hanno portato con sé un ricordo così forte delle panchine, da indurli a riprenderne il concetto nelle loro terre. Magari un giorno vedremo una “Panchina della Pace” in un’area veramente travagliata del mondo, dove la possibilità di sedersi, guardare le cose da una prospettiva più fresca, e sentirsi di nuovo come un bambino, è disperatamente necessaria.”
In queste parole la definizione di una visione di un personaggio, Chris Bangle, americano che ha preso a cuore lo sviluppo di un territorio per la sua bellezza. La visione di quest’uomo dovrebbe essere da esempio per molti di noi che nel territorio ci vivono, ci lavorano e che amano un territorio e che vogliono condividerlo con altri perché come dice la visione, sedersi su una panchina è un gesto sociale piacevole. Non potevo trovare parole migliori per descrivere questo progetto che sta portando parecchio beneficio alla nostra provincia.
La prima a fare capolino nella nostra provincia è stata la n.21 a Strevi, nei vigneti di proprietà della famiglia Marenco. Poi Fontanile (fuori provincia ma al confine) con la n. 25, a seguire Alice Bel Colle n. 62, Bistagno n. 66, Lu n.98, Cuccaro n. 99 Ricaldone n. 104, Grazzano n. 91, Fubine n. 133 Pozzolgroppo (una delle ultime) con numero 169.
La Panchina Gigante di Cuccaro
Di sicuro ne avrò dimenticate alcune, queste sono quelle che visito frequentemente con i miei escursionisti ma questa iniziativa incuriosisce anche persone al di fuori della nostra provincia. Mi ricordo che questa estate l’amica e collega Nathalie Gilbert di Lège mi chiedeva cosa fossero le Grand Banc.
Non mi dilungo su quello che questa iniziativa sta portando sul nostro territorio. Ma vorrei fare presente alle persone che ci abitano su questo territorio che le visioni di alcune persone (molte volte estranee al territorio stesso) portano ad uno sviluppo del medesimo solo perché le stesse ci credono.
Credere in una passione, in uno sviluppo è la forza di queste iniziative. Sul finire di quest’anno di blog, spero che allo stesso tempo tutto quello che scrivo e che continuerò a fare nel prossimo anno, possa sensibilizzare ognuno di voi sull’importanza economica e soprattutto sociale di promuovere un territorio bello come il Monferrato. Credetemi, le persone che ci hanno provato con dedizione ed entusiasmo hanno sempre portato a casa successi importanti.
Ultimo esempio da me conosciuto: Nordelaia un resort vicino a Cremolino dove stranieri hanno investito parecchi milioni di euro per una location di tutto rispetto per un turismo internazionale di qualità. Il mio monito è sempre lo stesso, rivolto alle persone del luogo: investite sulla promozione del territorio perché avete a disposizione una miniera d’oro di inestimabile valore.
Non cercate il profitto immediato ma guardate al futuro. Tutti i fine settimana la mia socia si impegna per cercare persone che offrano una degustazione di prodotti del territorio a chi viene da lontano a conoscerci. Il tutto non perché vogliamo la gratuità, basta dirmi il prezzo ed io a mia volta lo proporrò ai Tour Operator che mi commissionano il servizio, ma perché chi ha piacere di offrire ospitalità ha allo stesso tempo piacere di far conoscere il territorio, la loro produzione e le loro fatiche per accogliere persone che vengono da fuori.
Mi ricorderò sempre di un albergatore alto atesino che mi offrì una mela e con quell’italiano molto tedesco mi disse “Tieni è per merenda”. Un gesto banale ma di una accoglienza strepitosa, che non dimenticherò mai. Questa è la vera accoglienza, non creare infrastrutture per poi chiedere il biglietto di ingresso.
A tutti quelli che mi chiedono il pagamento dei loro servizi (giusta causa) vorrei far capire loro che l’accoglienza e l’ospitalità di persone va oltre al prezzo di una degustazione. Va ad innescare un sistema di ritorno molto più proficuo e duraturo che in futuro si trasformerà in un indotto economico sociale a cui tutti potranno attingere. Sulle panchine ci si siede gratuitamente e ci sono persone che spendono soldi per metterle a disposizione di altri solo per il piacere di accogliere.
La mia visione è simile a quella di Chris Bangle. La mia socia ed io tutti i fine settimana indossiamo le scarpe da trekking, prendiamo lo zaino per il piacere di far conoscere il territorio accogliendo al meglio i turisti che vengono da fuori.
I nostri risultati sono: più di mille turisti in visita nei soli fine settimana nelle mete che noi proponiamo, con un piccolo indotto economico di tutto rispetto. La nostra visione è supportata sempre più da persone di buona volontà (sono tanti davvero credetemi e li ringrazio tutti nell’anonimato perché tali vogliono restare per loro scelta) che hanno piacere di accogliere.
Mi spiace che ci siano ancora persone che non hanno la lungimiranza di comprendere questo meccanismo tanto antico di accogliere e l’indotto che possono sviluppare.
Per ringraziare tutti dedico il mio filmato di promozione delle Big Bench su Youtube:
Auguri di Buone Feste!