«Regione, i numeri sono da ‘arancione’. Ma noi miglioriamo»
Le valutazioni di Carluccio Bianchi, docente dell'Upo
Il picco è stato raggiunto? La speranza c’è, anche se è presto per trarre conclusioni definitive. Di certo, da ieri, il Piemonte ha numeri da zona arancione.
A sottolinearlo è Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, che nella consueta analisi relativa ai dati della pandemia osserva come «l’aumento, fortissimo, dei ricoveri ordinari condanni di fatto la nostra regione al cambio di colore. La tendenza generale, infatti, indica che i contagi continuano a salire, anche se a un tasso di crescita leggermente inferiore, mentre terapie intensive e ospedalizzati hanno superato la soglia critica. E purtroppo, come previsto, sono in evidente aumento anche i decessi».
Per quanto riguarda la classifica dell’incidenza dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti, in testa si conferma la Lombardia (2768), mentre il Piemonte, con 2250, occupa la piazza d’onore. Più staccate l’Italia, con 1929, e Alessandria, che a quota 1927 chiude il gruppo.
«La nostra torna a essere la migliore provincia del Piemonte – aggiunge Bianchi – anche se forse occorrerebbe definirla quella ‘meno peggio’. Il Vco, con 2672, ha invece i numeri più elevati».
In materia di cifre assolute, il Piemonte passa da 55275 a 96176 contagi settimanali, quindi quasi 41mila in più, con una variazione percentuale del 74% e una media di 13739 casi al giorno.
«A trainare, come sempre, è Torino – aggiunge il professore – che contribuisce con il 47%, segue Cuneo con il 14%, mentre Alessandria, in calo, e Novara sono all’8%».
Gli asintomatici, attualmente al 75%, raggiungono un nuovo massimo, di conseguenza gli extraprotocollo confermano il minimo del 5%. Ma il tasso di positività è del 18%, cifra sempre molto elevata, anche se negli ultimi due giorni assistiamo a una stabilizzazione.
«Quella che sta emergendo – spiega il professore – è una tendenza abbastanza delineata: i ricoveri ordinari stanno aumentando molto più velocemente delle terapie intensive, con una crescita di ben 491 unità rispetto a martedì scorso. Siamo al 32%, 1845 a livello di numeri assoluti, e se andiamo avanti di questo passo tra poco bisognerà iniziare a parlare anche di zona rossa, non solo di arancione. Le rianimazioni, invece, sono al 22% di occupazione, mentre i decessi erano 62 e diventano 106, 44 in più, con tasso di letalità che resta basso, allo 0,4%. Attenzione, però, perché se il denominatore, e quindi i contagi, non calano, dovremo fare i conti con un numero sempre più alto di vittime».
Per quanto riguarda l’Alessandrino, i contagi settimanali sono 7887, in crescita di 2013 unità rispetto ai 5874 di martedì scorso. «La variazione percentuale è del 34%, quindi 40 punti più bassa rispetto alla media regionale, e i casi al giorno in media sono 1127. Impressiona, ovviamente in senso positivo, il numero dei guariti, che stanno iniziando a tenere il passo dei contagi: siamo a quota 3808 e questo dato, al netto dei sette decessi, significa che i nuovi positivi si ‘fermano’ a 4072. Il totale è ancora molto alto, 12082, corrispondente al 3% della popolazione, ma la speranza è che nei prossimi giorni le cose possano migliorare. Le incognite che vanno considerate? Riapertura delle scuole e scarsi controlli».