Il personale comunale diminuisce. Lavagno: «C’è aria di dismissione»
Il consigliere del Pd commenta il recente incarico in provincia del dirigente di Palazzo San Giorgio Sara Marchetti
CASALE – Dal 15 febbraio il dirigente del Comune di Casale Sara Marchetti si divide in convenzione con un incarico in Provincia di Alessandria. La notizia non lascia indifferente il consigliere del Pd Fabio Lavagno, che interpreta questo fatto (e l’accaduto degli ultimi anni a Palazzo San Giorgio) come l’ennesimo sintomo di un’aria di dismissione sull’ente.
«Il Comune di Casale è un ente improntato alla dismissione? È un ente che ancora crede ed investe nelle proprie risorse umane e nel proprio personale? Sono domande a cui l’Amministrazione dovrebbe rispondere in modo chiaro» attacca l’esponente dem.
Lavagno esprime perplessità: «O l’interessata è un mostro di bravura e riesce a moltiplicare orario e prestazioni (come i pani e i pesci); o quando reggeva “solo” la Ragioneria e Ufficio Tasse di Casale, si girava i pollici (come pure quelli/e prima di lei); oppure invece i servizi gestiti e coordinati “si accontentano” di prestazioni più ridotte pro quota. Ma è questo che si vuole? Prestazioni ridotte?».
«Che sul personale ci sia un continuo e costante disinvestimento è ormai palese – incalza – Negli ultimi dieci anni i dipendenti del Comune sono diminuiti di quasi un terzo, senza che sia intervenuta nessuna riorganizzazione, nessun segnale chiaro verso gli sportelli dei cittadini o una radicale spinta alla digitalizzazione. Fare lo stesso con la metà del personale presto sarà impossibile. Nessun percorso di reclutamento è all’orizzonte, anzi, ricordiamo che tra i primi atti della Giunta Riboldi vi fu l’accantonamento dei concorsi che erano stati precedentemente previsti. Presto o tardi con questo toccherà fare i conti o si pensa di fare fronte alle future emergenze ricorrendo a forme di volontariato? Il senso di dismissione, di ritirata è evidente frequentando gli uffici di Palazzo San Giorgio. È un atteggiamento preoccupante proprio nel momento in cui in giro per l’Italia si vede un lavoro di grande slancio per intercettare i fondi del Pnrr. In un tempo neanche troppo lontano, per avere finanziamenti, bastava andare a Roma con una borsa di schizzi e promesse. Oggi, con i filtri imposti dalla Comunità Europea, servono progetti, elaborazioni, comparazioni e dimostrazioni. Chi li fa? Dirigenti demotivati, a scavalco, quasi incoraggiati al pensionamento? Di questo passo, delle meraviglie possibili, legate al Pnrr ci resterà giusto il Paraboloide».
Lavagno tocca anche le partecipate: «D’altra parte se passiamo dal Comune alle aziende controllate (Cosmo e Amc), la musica cambia di poco: vero che qui il turn over è stato in genere rispettato, ma i profili tecnici più promettenti se ne sono andati (e se ne stanno andando) dove sono più valorizzati e all’unica figura dirigenziale prevista: il direttore generale di profilo manageriale, con esperienza di gestione e mercato, assunto a contratto, si è preferito per entrambe, la proroga di incarichi di facenti funzioni, incardinati su carriere interne. Qual è il meccanismo strategico che accompagna questa deriva? Davvero la destra casalese è così arrogante da immaginare di bastare a se stessa e considerare che si possa fare a meno di competenze e professionalità che hanno permesso nel tempo di rendere il Comune di Casale un ente virtuoso e spesso innovatore? Davvero si vuol far pensare che il personale sia un lusso? Che in fondo bastano sindaco e capo di gabinetto per far funzionare le cose? Oppure siamo di fronte alla narrazione tardo bocconiana (si fa per dire) che ritiene il personale solo un costo e primo (e unico) costo da sacrificare? Ma, in entrambi i casi come la mettiamo con le “prestazioni ridotte”? Se questa era questa la promessa di chi diceva “Casale in testa” presto o tardi il comune si troverà in un vero e proprio testa-coda».