Palazzo ostaggio di un ex richiedente asilo: il sindaco Riboldi scrive al Prefetto
I condomini hanno paura, ma lui è prigioniero di un limbo burocratico
CASALE – C’è un condominio in via Balbo ostaggio di un ex richiedente asilo di origine nigeriana, già colpito da decreto di espulsione, che non può essere allontanato perché nei centri per l’immigrazione (dove vengono accolti prima di essere allontanati) non c’è posto.
Anche il sindaco di Casale Federico Riboldi, a cui si sono rivolti i condomini esasperati, ha scritto al Prefetto (allegando un filmato) perché – come spiegano i residenti – «quel ragazzo diventa aggressivo».
Da settimane, chi abita in quello stabile si trova faccia faccia con un giovane che vuole entrare a tutti i costi nell’appartamento che condivideva (abusivamente) con i ragazzi che vi risiedevano prima. Ora l’alloggio è vuoto, ma lui cerca di farvi ritorno in tutti i modi visto che non ha più le chiavi: suonando campanelli fino allo sfinimento anche dopo le 23, scavalcando il cancelletto e forzandone la chiusura, bussando insistentemente alla porta dei condomini – soprattutto a quelle delle donne che sono ormai impaurite. Ogni giorno arriva la telefonata alle forze dell’ordine, polizia e carabinieri, che intervengono immediatamente, ma il problema resta.
«Trovo inaccettabile – ha detto il primo cittadino di Casale – che un sistema di accoglienza, che ha avuto falle da tutte le parti e che oggi sembra superato, abbia ancora questi colpi di coda che minano in maniera seria la tranquillità e la vita quotidiana delle persone. Di fronte a questi episodi lo Stato non deve avere una posizione attendista, ma deve agire immediatamente per la tutela dei cittadini».
«Fino a un mese fa non ha mai dato fastidio – racconta una residente – poi deve essergli successo qualcosa e la situazione è diventata invivibile. Tutti i giorni citofona per farsi aprire e quando non ci riesce prende a calci il portoncino di sotto finché non entra. Sale all’ultimo piano anche se hanno cambiato le chiavi – continua – scavalca il ballatoio ed entra in casa. Anche perché c’è solo un cartone al posto della porta. Ha iniziato a tirare calci alla porta di una ragazza, che ha dovuto chiamare i Carabinieri. Citofona a ore assurde, così le persone si chiudono dentro. Se stesse in quell’alloggio senza creare problemi nessuno avrebbe nulla da dire, ma ultimamente la situazione è diventata ingestibile».
In settimana, inoltre, l’ex richiedente si è reso protagonista di azioni aggressive all’interno di un bar del centro, atto che ha richiesto anche l’intervento dei carabinieri.
Una situazione delicata che colpisce a livello umano sia i condomini e i residenti del quartiere che il giovane nigeriano prigioniero di un limbo burocratico.