Pd: «Casale accolga gli ucraini come fece con gli albanesi»
La proposta dei dem: un tavolo istituzionale d'emergenza
CASALE – Sui tragici fatti riguardanti la guerra in Ucraina torna a esprimersi il Pd di Casale che lancia un appello: «Auspichiamo dunque che in questi momenti tragici si superino le divergenze di pensiero e di orientamento politico e si lavori subito, alacremente, alla messa a punto di un progetto unitario che possa confortare chi scappa da questa terribile guerra, il cui esito non è purtroppo prevedibile. A tal proposito ricordiamo l’accoglienza messa in campo nel 1991 dall’allora sindaco Riccardo Coppo, nell’anno dell’esodo di centinaia di cittadini albanesi arrivati poi nel nostro territorio e ora ben integrati nella comunità. Ricordiamoci che Casale è da sempre una città che accoglie ed è solidale con chi soffre e cerca riparo».
Nella nota i dem ricordano infatti le tante iniziative solidali che hanno preso piede già in questi giorni nel territorio casalese: «Le organizzazioni umanitarie, l’associazionismo civile e cattolico si stanno muovendo velocemente per soccorrere chi fugge dall’Ucraina, perché la sofferenza, il dolore e la paura sono immani. Anche i Comuni desiderano dare il loro contributo, come anche Casale, nelle parole del sindaco Federico Riboldi, dei volontari della Caritas, degli Amici del Po, di E-forum e di tante altre associazioni hanno messo in campo aiuti e ci si dichiara pronti ad accogliere. E questo è bene».
E quindi rilanciano: «Noi sollecitiamo quindi, ad integrazione, anche la convocazione di un ‘Tavolo istituzionale di emergenza’, che veda attori propositivi le parti politiche, sindacali, del territorio, i rappresentanti delle varie associazioni di volontariato. Urge infatti una mappatura dei posti a disposizione per un’accoglienza anche più stanziale e duratura. Al di là infatti di qualche caso di ospitalità presso famiglie resesi disponibili, si vede la necessità, per esempio, di utilizzare i locali vuoti della Casa di riposo del nostro Comune e di altre strutture che vanno censite e valutate. Per fare ciò, occorre un confronto immediato, che dia una risposta veloce ed ottimale».
Le prese di posizione non mancano anche riguardo ai veri e propri episodi bellici: «Le notizie drammatiche che si susseguono in questi giorni e in queste ore, ci impediscono di fare un’approfondita analisi di ciò che sta succedendo in Ucraina. Sarà compito delle forze politiche porsi domande e darsi risposte sul perché si sia arrivati a conseguenze così drammatiche. Non si può solo pensare che Putin sia folle, sebbene questo aspetto sia materia di riflessione di numerosi analisti. Sarebbe tuttavia una lettura troppo giustificativa, e metterebbe in pace troppe coscienze: Putin non si è svegliato a febbraio per organizzare una guerra in vecchio stile ‘900, una guerra ‘di terra’, una guerra pesante (lo sono tutte, ahimè’).
L’Occidente, con la sua intelligence e i suoi servizi segreti, sapeva da tempo cosa volesse Vladimir Putin. Non ha pensato però, nel suo insieme, di fermare il suo progetto di ricostituzione dell’ex Unione Sovietica in chiave zarista. Troppi, purtroppo, gli interessi economici e politici in campo e pochissime le attenzioni per prevenire la Pace. Ora però si ritrova nuovamente la vecchia Europa a cercare di risolvere il disastro».