Da Milano a Sanremo, passando per il Turchino
Emozionante la partenza al Vigorelli dove Coppi, 80 anni fa, stabilì il record dell'ora
La festa, la storia, la cucina. Senza dimenticare chi è rimasto in patria per combattere
ALESSANDRIA – E’ quello che ti ha portato su un campo da pallone, non necessariamente sperando che tu fossi il nuovo Rivera, anche se in cuor suo gli sarebbe piaciuto. Poi, dopo la tua terza partita nella categoria Pulcini, ha capito che, per campare, avrebbe dovuto lavorare a lungo, perché diversamente, viste le tue doti calcistiche, avrebbe fatto la fame tutta la famiglia.
E’ quello che ti ha beccato subito quando ti sei acceso la prima sigaretta. D’altronde era stato sgamato anni addietro, più o meno con le stesse modalità. E’ quello che ha cercato di insegnarti a guidare, “perché se viene tua madre, la spaventi”.
Magari con lui non avevi un rapporto confidenziale, però sapevi che, nelle rare occasioni della difficoltà autentica, era l’appiglio necessario in pochi e selezionati momenti (per tutte le beghe della quotidianità, la mamma era più che sufficiente).
Ed è lui che accompagna all’altare la figlia, da consegnare a un tizio più volte scrutato minacciosamente. E la frase “adesso mantienila tu” è solo un omaggio alla consuetudine, perché, invece, si vede a distanza siderale che gli rode affidare a un quasi estraneo il prezioso gioiello di famiglia.
Buona festa del papà, anche se i papà non sono esattamente quelli stereotipati in questo incipit, perché ogni famiglia fa storia a sé e la complessità umana non permette di cogliere tutte le sfumature. Si celebra il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, padre putativo di Gesù (morto in questa data). Nei paesi cattolici funziona così. Risulta però che il debutto risalga al 19 giugno del 1910, nel mese di nascita del padre di Sonora Smart Dodd, il veterano della guerra civile americana William Jackson Smart, che, dopo la morte di parto della moglie, aveva cresciuto da solo i sei figli.
A margine, c’è chi preferisce abbinare alla festa i riti culinari, che includono frittate alle erbe primaverili, zeppole e specialità assortite, perché ogni scusa è buona per ritrovarsi a tavola. E dalle nostre parti, San Giuseppe vuol dire è anche Milano-Sanremo, la corsa di primavera che attraversa l’Alessandrino.
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Godiamoci il momento. E i nostri papà, potendolo fare. Senza dimenticare che a qualche migliaio di chilometri a Nord Est, donne e bambini cercano una via di fuga verso la libertà. I mariti-papà, invece, sono rimasti a combattere una guerra che, per tanto che ci si sforzi di comprendere, non può avere logica.
Ne aveva di più, perfino, il pensare di avere in casa il nuovo Rivera.