La storia del Monferrato… Per come la conosco io
Ormai mi leggete da un po’ di tempo e sapete che la mia area di lavoro è il Monferrato. In questi anni ho reperito molte storie dai luoghi ove accompagno periodicamente turisti. Uno in particolare mi è sempre caro: Grazzano Badoglio. L’escursione parte da Casorzo (e già alla partenza racconto ai turisti che Casorzo è famosa per la Malvasia, portata in Monferrato dai Crociati) e snodandosi in un bel sentiero naturalistico si arriva a Grazzano Badoglio, in prossimità della casa museo del Maresciallo d’Italia. Dopo aver percorso una salita, per fare riprendere fiato ai miei turisti, racconto che il Monferrato è ricco di storia anche recente (non solo del Medioevo).
In Monferrato c’erano due Marescialli d’Italia: Ugo Cavallero (a Ponzano Monferrato c’è ancora la sua residenza, il castello sede dell’Associazione Monferace) e Pietro Badoglio a Grazzano Badoglio (una volta Grazzano Monferrato). Interessante anche la storia di questi due personaggi. Ve la racconterò un’altra volta. Proseguiamo la camminata verso la chiesa dei Santi Vittore e Corona ove riposano le spoglie di Aleramo, capostipite dei Marchesi del Monferrato. Qui ci accoglie Germana che ci racconta la leggenda del Monferrato.
“Siamo negli anni 900. Due nobili tedeschi fanno un voto. Se la signora rimarrà incinta faranno un pellegrinaggio a Roma. Questo succede e intraprendono il viaggio con la dama in dolce attesa. All’altezza di Sezzadio la dama ha le doglie, partorisce un bimbo al quale daranno il nome di Aleramo e lo lasceranno in custodia al nobile del paese, per ultimare il loro viaggio e rendere fede al voto fatto e ricongiungersi al figliolo dopo aver mantenuto fede al voto.
I due nobili non faranno ritorno. Aleramo verrà cresciuto dal nobile di Sezzadio e divenne un suo cavaliere. Ottoni I di Sassonia viene in Italia per sedare una rivolta con i bresciano che si erano ribellati al potere dell’imperatore. Richiede, come era in uso, supporto militare ai nobili che lo sostenevano ed il feudatario di Sezzadio manda un drappello armato capitanato da Aleramo. Questo giovane cavaliere si contraddistingue in combattimento per le sue gesta eroiche e vinta la battaglia, l’Imperatore vuole conoscere i valorosi guerrieri che lo hanno sostenuto, invitandoli al banchetto imperiale. In quella occasione Aleramo conosce Alasia, figlia dell’imperatore, se ne innamora e nottetempo fuggono su due cavalli che hanno la gualdrappa del Monferrato (un cavallo con gualdrappa bianca e l’altro rossa – i colori dell’insegna araldica del Monferrato). Vivono la loro vita e Aleramo fa nuovamente ritorno nelle truppe imperiali quando l’Imperatore ritorna in Italia per stringere un assedio alle mura di Brescia che si era nuovamente ribellata.
Questa volta Aleramo si contraddistingue per atti eroici ancora superiori a quelli dell’altra campagna militare. Si introduce sotto mentite spoglie all’interno della citta di Brescia presa d’assedio dall’Imperatore per liberare nobili tedeschi che erano stati fatti prigionieri dai bresciani. Finito l’assedio e sedata questa ribellione, l’Imperatore scopre che Aleramo è suo genero. Lo chiama al suo cospetto e gli fa presente che un cavaliere non può pretendere alla mano di una principessa senza avere una sua marca. Propone ad Aleramo questa soluzione: cavalcare per un territorio scelto da lui per tre giorni. Quel territorio che coprirà con la sua cavalcata sarà la sua marca. Aleramo parte con il suo cavallo ed inizia a segnare il suo territorio. Arriverà fino al mare Ligure fondando la città di Alassio in ricordo del nome di sua moglie (Alasia). Ritornando verso il punto dal quale era partito, mezza giornata prima di chiudere i suoi confini, il cavallo perde lo zoccolo. Si ingegna e lo ferra con un mattone. Arrivato al cospetto dell’Imperatore, fornisce le coordinate della sua marca. Ottone I chiede il nome della marca e Aleramo risponderà Ho ferrato il mio cavallo con un mattone. Il mattone si chiama Mon e il ferro frà. Chiamiamo questa marca Mon Frà.”
Ho sempre creduto che questa leggenda avesse riferimenti storici precisi e raccontandola sottolineo sempre che il Monferrato è nato da una storia d’amore. Poi mi sono dedicato ad una ricerca approfondita ed ho scoperto che il Monferrato in quel periodo geopolitico, ricopriva un ruolo di importanza assoluta. I marchesi del Monferrato furono viceré di Gerusalemme nella seconda crociata con la reggenza di Corrado del Monferrato. Le sue gesta erano temute anche dal grande Saladino e da Riccardo Cuor di Leone che, pare, abbia commissionato il suo assassinio in quanto Corrado, sotto la sua reggenza stava riorganizzando il Regno di Gerusalemme conferendogli l’importanza internazionale che molte casate dell’epoca temevano. Da un’analisi storica scopro che la leggenda era stata commissionata dai Marchesi del Monferrato ad un frate acquese, Jacopo, che nel 1300 circa tesse questa tela di misteri per descrivere le gesta cavalleresche di una casata che, alla sua nascita, non ne aveva.
Ho riepilogato tutto il mio lavoro in un video, pubblicato sul canale Youtube.
Resto fedele alla leggenda perché mi piace l’idea che il Monferrato sia nato da un gesto d’amore e di passione. La stessa passione che tutti i fine settimana mi assale quando accompagno in questa meravigliosa terra. A voi che mi leggete un punto di riflessione: vi rendete conto di cosa c’è a pochi passi da voi? Generalmente gli alessandrini sono inclini a vedere il giardino del vicino e mai a casa loro. Vi posso assicurare che nel 2020 ho portato a camminare in Monferrato circa 1.000 turisti proveniente di regioni limitrofe (abbiamo anche avuto il piacere di camminare con due signore che venivano da Merano, patria del trekking) ma ne vedo veramente pochi di Alessandria. Avete un mondo da scoprire. Se volete, vi accompagno.
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Prenotatevi per una passeggiata di storia, di natura e di bellezza in Monferrato. Iniziate a conoscere cosa avete di bello vicino a voi e sarete gli ambasciatori di questo meraviglioso territorio. Così facendo, creerete interesse, ricchezza, lavoro per tutti e avrete il piacere di vivere in un posto sempre migliore.