Il ricordo ad Angelo Mancini: «Aveva combattuto per bonificare la città»
A un anno dalla sua morte, il convegno presso l'aula magna dell'Istituto per commemorare il medico casalese e la sua attività di prevenzione all'amianto
CASALE – Si è tenuto questa mattina nell’aula magna dell’Istituto Balbo il convegno ‘Angelo Mancini e le emergenze ambientali nel Monferrato casalese’. A un anno di distanza esatto dalla sua morte, amici, famigliari, ex colleghi, ma anche studenti provenienti dagli Istituti superiori locali si sono riuniti per celebrare il medico casalese e il suo impegno umano e professionale per la sanità monferrina. La mattinata si è focalizzata sul periodo storico in cui le problematiche ambientali erano di competenza del Servizio Sanitario Nazionale. Hanno fatto da relatori Giampiero Bertolone, Mario Botta, Corrado Magnani, Giovanni Mombello, Leandro Novarino, Donata Prosa, Gigi Ricci e Rino Scarola.
Una figura, quella di Mancini, che ha fatto tanto per il territorio, in particolare per quanto riguarda le bonifiche dell’amianto a Casale. «Aveva lavorato in stretto rapporto con il Comune per il ‘Piano Urban’ – spiega Massimo Leporati, amico ed ex collega di Mancini – La legge che ha bandito l’amianto in Italia, di cui ricorre il trentennale proprio quest’anno, conteneva protocolli operativi per la rimozione della fibra scritti qua a Casale, all’interno del servizio di igiene pubblica. Fu lui l’estensore di questi protocolli. Se in città sono state fatte molte bonifiche grande merito va attribuito a lui».
A suo tempo era stato infatti proprio Mancini a collaborare all’approvazione di numerosi progetti d’intervento, in particolare per la rimozione del polverino. «Abbiamo lavorato insieme per 10 anni e per me è stato sempre una certezza. Ci tenevo a ricordarlo nel modo che si meritava».
(Da sinistra Angelo Mancini, Mario Botta, Massimo Leporati)