«La crescita dei contagi rallenta. Anche Alessandria migliora»
Le valutazioni di Carluccio Bianchi, docente dell'Upo
In regione assistiamo a una crescita dei contagi più lenta rispetto a prima, per quanto in questa fase il Piemonte si stia comportando peggio dell’Italia, ma anche della vicina Lombardia. Contenuto l’aumento dei ricoveri, mentre i decessi si mantengono sostanzialmente stabili.
È quanto emerge, in estrema sintesi, dalle consuete valutazioni di Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, secondo il quale «anche per quanto riguarda l’Alessandrino si registra un timido miglioramento. Niente, ancora, che possa indicare una chiara inversione di rotta, ma rispetto agli ultimi aggiornamenti le cose adesso possono essere valutate con un po’ più di ottimismo».
Nella classifica relativa all’incidenza dei nuovi contagi ogni 100mila abitanti in testa c’è l’Italia, 771 ma meno 7%, mentre Alessandria (658 e riduzione dell’1%) occupa la piazza d’onore. La Lombardia, 570 e decremento del 2%, completa il podio, chiude il Piemonte, che fa 483 e cresce del 6% rispetto al precedente 10%.
«A livello di numeri assoluti – aggiunge il professore – il Piemonte passa da 19414 a 20657 casi settimanali, quindi 1243 in più e 2951 al giorno di media. Traina sempre Torino, che incide per il 51%, mentre Alessandria scende al 13% e Cuneo e Novara rimangono invariate».
Purtroppo continua a crescere il tasso di positività, dal 9,4% al 10,3%, però per fortuna non si registrano gravi conseguenze sul sistema sanitario.
«Le terapie intensive – osserva Bianchi – hanno andamento altalenante, ma crescono da 22 a 25, con indice di saturazione che rimane basso, al 4%. I ricoveri invece erano 598 e diventano 632, ‘solo’ 34 in più, con tasso di occupazione di poco superiore al 9%. I decessi si stabilizzano, erano 25 e adesso sono 27».
Capitolo Alessandria per concludere: i contagi settimanali scendono da 2727 a 2692, con una riduzione di 35 unità. «Troppo poco per cantare vittoria – spiega il docente – ma è un passo avanti. La media è 385 casi al giorno, direi che siamo oramai su un plateau, per quanto piuttosto elevato. Speriamo si possa migliorare».