Eternit Bis: «L’amianto c’era anche in ambienti diversi dall’azienda»
Al banco oggi quattro consulenti della difesa di Schmidheiny. Si sono occupati di analizzare gli interventi in sicurezza nello stabilimento casalese
NOVARA – «L’amianto a Casale non c’era solo nella lavorazione dei prodotti in cemento amianto, ma è entrato in numerosi altri cicli produttivi. C’è la possibilità che ci sia stata esposizione anche in ambienti diversi da Eternit». A dichiararlo è stato Danilo Cottica, l’ultimo consulente della difesa ascoltato oggi in Corte d’Assise a Novara, per il processo Eternit Bis. L’igienista ha concluso la lunga giornata di deposizioni in aula. Prima di lui a sedersi al banco sono stati i tecnici contabili Stefania Chiaruttini e Luca Minetto, che erano ancora in attesa di contro-esame da lunedì scorso, e il dottor Giuseppe Nano, che si è occupato di igiene e sicurezza all’interno dello stabilimento.
L’intera giornata è stata dedicata proprio all’analisi degli interventi intrapresi dall’azienda in merito alla sicurezza dal 1976 fino al fallimento. Una data, quella del ’76, non casuale. Si tratta infatti dell’anno in cui l’imputato Stephan Schmidheiny, accusato di omicidio volontario con dolo eventuale di 392 vittime, si è insediato ufficialmente come capo della Eternit.
Prima dal punto di vista degli investimenti, basandosi sui dati ricavati dai bilanci, poi anche attraverso un confronto tra reperti video-fotografici, i consulenti hanno mostrato alla Corte d’Assise di Novara come «le buone prassi fossero state immediatamente adottate». Sono state queste le parole di Giuseppe Nano. Si ritornerà in aula il prossimo 16 maggio. Atteso al banco ancora una volta Danilo Cottica: la sua deposizione non è stata ancora terminata. Anche Giuseppe Nano ritornerà in aula, presumibilmente il 30 maggio, per il contro-esame del Pm, non ancora avvenuto.
Tutti i dettagli sull’udienza nel numero de ‘Il Piccolo’ di domani.