Il Comune di Casale acquista la Caserma dei Vigili del Fuoco tra le polemiche
Alla Provincia 200mila euro: amministrazione attaccata anche dall'ex alleato Ettore Bellingeri
CASALE – «La città non si difende evocando fantasmi, i fantasmi non esistono se ne faccia una ragione»: potrebbe essere l’inizio perfetto di un poliziesco ambientato nel mondo del soprannaturale se non si trattasse, invece, del modo in cui Fabio Lavagno (Pd) ha incalzato nel consiglio comunale di Casale di mercoledì sera l’assessore all’Urbanistica Vito De Luca, dopo che quest’ultimo ha esposto al parlamentino le ragioni che hanno spinto il Comune ad acquistare dalla Provincia di Alessandria l’immobile che attualmente ospita la caserma dei Vigili del Fuoco in viale San Martino.
«Tante aste sono andate deserte – ha introdotto De Luca – e dalla base iniziale di 390mila euro (valore stimato dalla perizia) si è scesi ai 200mila euro, prezzo a cui abbiamo acquistato l’immobile, ritenendo imprescindibile la presenza dei Vigili in città, risolvendo così la problematica, e per andare in contro a una semplificazione del processo di rivalorizzazione previsto nella variante urbanistica di Piazza Venezia, che interessa la zona retrostante la caserma».
Ma prima ancora che dall’ex parlamentare, sull’amministrazione si è abbattuto – non per la prima volta – (quello che era) il fuoco amico: l’ex leghista ora indipendente Ettore Bellingeri ha infatti criticato il cambio di rotta rispetto «ai valori iniziali di questa tornata amministrativa, che condividevo. Adesso si è ricominciato a riacquistare immobili che saranno gravosi in futuro per la città. Capisco che si debba sostenere la Provincia, ma non so quanto ci conviene: il giorno in cui il Ministero deciderà che il distaccamento non sarà più a Casale, non ci sarà ‘Cristo che tenga’. Dire che l’operazione assicurerà il mantenimento dei Vvf a Casale è altamente fuorviante».
Della stessa idea il leader di Ritrovare Casale Giorgio Demezzi: «Per come è stato posto questo acquisto ci pare oggettivamente nè indispensabile, nè indilazionabile. Non dico che sia stato fatto di proposito, ma chi trae più vantaggio è la Provincia: questa è una falsa problematica che avete voluto introdurre per giustificare l’investimento» ha tuonato.
E proprio dalla stessa – ultima – considerazione, si è arrivati al commento di Lavagno che ha messo la metaforica ciliegina sulla torta: «Lei (rivolgendosi a De Luca nda) che è un affabulatore, oggi ha fatto una narrazione più breve del solito: questo quantomeno fa pensare che anche lei ha qualche dubbio sulla delibera che sta presentando, con una sintesi imbarazzante e debole nelle giustificazioni. Chi ci guadagna di più? Il venditore, che è lo stesso che ha fatto la perizia, mentre una perizia sui futuri costi di gestione non è stata fatta. E non vorrei fare il malpensante e dire che sia una partita di giro da parte di un dirigente a mezzo servizio tra Comune e Provincia (in riferimento all’incarico di Sara Marchetti nda).
A me una cosa è stata insegnata: in politica si parla per atti. Mi mostri l’atto in cui si dice che il presidio dei Vigili del Fuoco è in pericolo, altrimenti siamo alla mera supposizione, la realtà è che qua ne ve del destino della capacità di spesa delle amministrazioni futuri. Questi 200mila euro non potevamo investirli su altre istituzioni che rischiano fortemente? È così che si difende la città – quindi il riferimento a dir poco provocatorio sull’evocazione di fantasmi – La realtà è che l’anno prossimo il liceo Balbo verrà sottoposto a un massiccio investimento di risistemazione sismica, ma l’amministrazione su come far fronte a questo grosso disagio scolastico ha fatto orecchie da mercante, con la valutazione che sia materia della Provincia, ma ricordo che la sussidiarietà non dev’essere solo dal basso verso l’alto, ma anche viceversa».
Quindi la conclusione diretta al capogruppo di Forza Italia Benedetto Riccobono, che aveva definito «coraggiosa» l’azione dell’amministrazione: «Se esiste davvero un rischio di smantellamento del presidio allora si interpelli il ministero competente, è così che si dovrebbe agire. Questo non è coraggio, anzi, è codardia verso un ente che vi interessa, per ragioni politiche, supportare con un’elemosina da 200mila euro». A poco è servita la replica di De Luca («È poco probabile che un privato avesse potuto acquistare la caserma in un’asta futura, ma era comunque possibile, e in questo modo sfuggiamo a queste ipotetiche condizioni»), che non ha evitato i voti contrari di Pd e Ritrovare Casale (e l’astensione di Bellingeri) rivelatisi però indolori nell’approvazione dell’acquisto con la maggioranza compatta nel dar voto favorevole.