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    Pier Giorgio Maggiora  
    26 Giugno 2022
    ore
    08:29 Logo Newsguard
    Il saggio

    Personaggi valenzani: Lodovico Ceriana Mayneri

    Nuovo viaggio nella storia della città del gioiello

    VALENZA – I Ceriana Mayneri discendono da Carlo Vincenzo, nato a Valenza l’ 8 gennaio 1807, che l’11 gennaio 1847, a Torino, sposa Teresa del conte Lodovico Mayneri, il quale, per oblazioni all’ordine mauriziano e per benemerenze della famiglia paterna, ebbe rinnovato il titolo di conte con l’autorizzazione per i suoi figli (R. D. 14 novembre 1882) ad aggiungere il cognome Mayneri al proprio.

    Lodovico  Giuseppe Giovanni Mario Ceriana  nasce l’8 dicembre 1857 a Torino da questa famiglia oriunda di Valenza. Laureatosi in giurisprudenza nel 1880, pochi mesi dopo vince il concorso per la carriera diplomatica. Nominato immediatamente addetto all’ambasciata di Londra, in seguito viene promosso segretario all’ambasciata di Parigi e di Berlino.

    Nel giugno del 1883 lascia la carriera col titolo di primo segretario onorario di legazione. Nel 1884 sposa la nobile Giulia Jacini, figlia dell’illustre statista senatore e agronomo conte Stefano, e inizia a occuparsi attivamente di agricoltura, di amministrazione e soprattutto di politica.

    A Valenza lo sviluppo economico di fine Ottocento genera notevole fermento sociale. E’ un’epoca di grandi passioni politiche e si comincia a vedere la realtà con i paraocchi dell’ideologia, seppellendo la logica. L’alta borghesia locale (facoltosi agricoltori e importanti professionisti) governa la città beandosi nella certezza di sopravvivere incolumi al crollo del vecchio mondo. La storia della destra valenzana tra i due secoli coinciderà proprio con questo protagonista.

    Nel 1892, XVIII legislatura, il conte Lodovico Ceriana Mayneri è eletto deputato nel collegio di Valenza nelle file del centro destra (ministeriali),  sconfiggendo il moderato deputato casalese Carlo Morini; resterà in parlamento senza interruzioni fino alla morte. Grande possidente terriero, grazie al suo carisma ottiene i consensi conservatori dei tanti agrari del collegio di Valenza. In queste elezioni si è abbandonato il sistema dei collegi plurinominali adottato nelle elezioni del 1882, 1886 e 1890 e si è tornati al sistema dei collegi uninominali precedentemente in vigore.

    Alle elezioni generali del 26 maggio 1895, XIX legislatura, nel ballottaggio del 2 giugno 1895, il conte supera il socialista valenzano Alfredo Compiano con 3.706 voti contro 1.053 – gli elettori del Collegio sono 8.516, i votanti solo 4.912 – e nelle generali del 21 e 28 marzo 1897, XX legislatura, batte il giornalista e politico rivoluzionario socialista Enrico Bignami  con 4.085 voti contro 1.445, a Valenza 722-299 – gli elettori del collegio sono 8.593 e i votanti 5.677. Il risultato si ripete nel giugno del 1900, XXI legislatura: Ceriana Mayneri 3.598, Bignami 2.032 (a Valenza 571-486).

    Le elezioni politiche del novembre 1904, XXII legislatura, sono un grande successo per la maggioranza governativa; mai la classe politica locale è apparsa così lacerata e intossicata da rivalità e rancori. Nel collegio di Valenza il già deputato conte Ceriana Mayneri sconfigge Alessandro De Giovanni, il sindacalista falegname, segretario della sezione socialista e fondatore della CdL locale, con 4.174 voti contro 2.292. A Valenza De Giovanni raccoglie solo il 39%, Ceriana Mayneri il 61%.

    Liberale ed esponente singolare della decadente e contraddittoria destra storica, elogiato o attaccato, discordante con quel certo populismo demagogico e tribunizio dell’epoca, che chiede sacrifici e rigore sempre per gli altri, è molto apprezzato per la sua cultura, la sua competenza amministrativa e la profonda conoscenza agricola; per un lungo periodo sarà segretario della presidenza della Camera e, essendo uno dei pochi agrari in Parlamento, sarà relatore di vari progetti di legge. Si muove in un ambiente abbiente e dominante eppure denso di contraddizioni. Per molti anni è anche consigliere provinciale di Torino, rappresentante il mandamento del Po e membro di parecchie amministrazioni torinesi. Sempre intensa è l’opera viva e possente in favore di Valenza quale rappresentante del suo fedelissimo collegio elettorale.

    Momento significativo della sua indipendenza e meritevole di lode è quello del 1895-96. Quando ancora brillava la stella di Crispi in tutto il suo fulgore e l’infausta impresa africana, divoratrice di uomini e di denari, trovava il favore della Camera e della sottomessa maggioranza, Ceriana Mayneri, non curandosi delle pressioni che riceveva, si ribellava fieramente sollevando distinzioni e complicazioni per la politica coloniale del Crispi; una posizione netta e senza ambiguità, che in seguito gli farà guadagnare l’ammirazione e l’amicizia di tutti i colleghi parlamentari. Instancabile, rigido e severo nei principi, era ammirato per la vasta dottrina, la squisitezza dei modi e la incontrastata competenza nelle questioni agricole e amministrative.

    Muore a Roma il 18 marzo 1905 a causa di un malore improvviso, mentre difende i diritti della sua Valenza in seno alla commissione plenaria che discute il progetto della  navigazione fluviale.

    Nell’aprile del 1905, con votazioni suppletive, viene sostituito dal socialista Giusto Calvi (1865-1908) e, alla prematura morte di Calvi il 17 giugno 1908, sempre nella XXII Legislatura, che terminerà l’8 febbraio del 1909, sarà eletto il fratello di Lodovico, l’industriale torinese Michele Ceriana Mayneri (1861-1930).

     

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