Le Case Grotta, le abitazioni nella roccia
Le Case Grotta sono delle tipiche costruzioni del ‘700 costruite (o meglio scavate) nella roccia. Le più famose sono quelle di Matera (i famosi Sassi di Matera).
Simbolo della civiltà contadina, diventano luogo di socializzazione e sopravvivenza in un contesto storico tormentato. Per Matera sono una attrazione internazionale. Vengono chiamate anche Gravine. In questi anfratti si scopre il tempo andato, di una civiltà contadina e rurale che condivideva i propri spazi con la natura.
Ebbene, non tutti sanno che per vivere questa meravigliosa esperienza possiamo fare a meno di un viaggio fino a Matera. Non perché Matera non sia meritevole di un viaggio e della visita a queste case, ma perché possiamo anticipare quell’emozione che vivremo a Matera venendo con noi a Mombarone.
“Sulle colline dell’astigiano, in località Carie di Mombarone, piccola frazione a nord ovest di Asti, scavate nel terrapieno delle colline formate da depositi sabbio-terrosi (tufo) si trovano le case grotta. Si tratta di vere e proprie abitazioni, tutte dotate dei famosi “crotin” (cantinetta), che risalgono all’inizio del ’700 e abitati fino ai primi anni del ’900.
Gli ultimi occupanti, da cui le case prendono il nome, furono “Gisep d’Carie” e “barba mini “. Le abitazioni, certamente povere, ma dotate di tutti i “confort” dell’epoca, adornate con gli oggetti di uso comune giornaliero, sono divise in stanze da muri di mattoni. Le stanze sono di ampia metratura, il clima mite e secco della zona ne ha favorito l’abitabilità e la ricchezza di sorgenti d’acqua nella zona ha reso possibile la sopravvivenza.
La stalla è distinta dall’abitazione umana, realizzata con pavimento in pendenza per lo scolo dei liquami e mangiatoia scavata nel tufo. Ancora presenti e ben conservati gli oggetti del lavoro quotidiano. A fianco della stalla è stato ricavato un pozzo, formato da una cisterna circolare che serviva per la raccolta dell’acqua piovana e veniva conservata per i periodi di siccità.”
Da Notizie Comuni-Italiani
Un salto nel passato, quando le persone convivevano con la semplicità dell’epoca e con la fatica del lavoro nei campi, poco distante da noi. Io stesso non ne ero a conoscenza di questo luogo fantastico e quando mi sono recato per fare il sopralluogo, sono stato colpito dalla quiete del posto e dal tepore, testimoniato anche dalla presenza di ulivi. La visita delle case è qualcosa che ti entra nel cuore. Era come vivere nelle casette del Presepe. Piccole case scavate negli anfratti arredate con semplici suppellettili che testimoniano il periodo sociale e storico in cui queste case erano abitate e da chi.
Vedere la stalla confinante con la cucina, in un altro caso la stalla che fa parte cella cucina, ti fa capire come era attiva la simbiosi tra uomo e natura. Mi fa sorridere questa situazione. Se la collego ad un aneddoto successo recentemente nel paese in cui abito.
Era febbraio e i contadini stavano concimando i campi. Gli abitanti del paese protestavano sui social perché sentivano odore e non potevano aprire le finestre per cambiare aria. Questa escursione è un salto nel passato, dove tradizioni agricole e duro lavoro segnavano il tempo. Non c’erano di sicuro i problemi di socializzazione che abbiamo ora ma problemi legati al ciclo naturale che dettava i suoi tempi e le proprie regole.
Si cercava di trarre dalla natura tutto quello che si poteva, il cibo, il ricovero per gli animali ed in ultimo il confort personale. La natura, le intemperie, i raccolti e gli animali scandivano il tempo. Non c’erano polveri sottili, inquinamento sovrappeso, stress. I problemi erano altri. Queste case sono la testimonianza di come eravamo un monito per tante altre riflessioni di cui una su tutte: se ritornassimo indietro a quel periodo sapremo sopravvivere?
Consiglio caldamente ad ognuno di noi questa visita. Un ottimo momento di aggregazione, di riflessione e di benessere nella natura.