Omicidio Beccuti: la sentenza arriva l'8 luglio
Il procedimento si celebra in corte d'assise a Novara
Accolta la richiesta congiunta di pm e difensori
NOVARA – Quando ha ucciso il padre Pietro (Paolo), il giovane Guglielmo Beccuti non era in grado di intendere e volere. Per questo oggi la corte d’assise di Novara lo ha assolto, disponendo tuttavia che debba proseguire – sussistendo ancora la sua pericolosità sociale – la sua permanenza in una Rems, una residenza dedicata agli autori di reato affetti da disturbi mentali e socialmente pericolosi, per una durata di 10 anni.
Un pronunciamento largamente atteso, dopo che in sede di incidente probatorio il dottor Gioeli aveva definito l’incapacità di intendere e volere di Guglielmo nel settembre del 2020, nelle ore dell’assassinio del padre, in una villetta alle porte di Casale.
Per l’assoluzione si erano espressi in fase di discussione sia il pm Mariaserena Iozzo che i difensori Giuseppe Romano e Stefano Bagnera.
Omicidio Beccuti: la sentenza arriva l'8 luglio
Il procedimento si celebra in corte d'assise a Novara
Periodicamente ora sarà il Tribunale di Sorveglianza di Torino, sentiti i medici, a decidere un’eventuale attenuazione delle misure per Guglielmo, che potrebbe anche tornare a piede libero prima dello scadere dei 10 anni.