Gigi Cabrino (Grande Nord): «Sanità assente dai programmi elettorali»
Il commento del consigliere comunale di San Giorgio
SAN GIORGIO – In merito alle imminenti elezioni politiche del prossimo 25 settembre si è espresso Luigi Cabrino, consigliere comunale di San Giorgio Monferrato ed esponente di Grande Nord Piemonte: «Dopo oltre due anni di pandemia, con tutto quello che ha comportato, ci sarebbe da aspettarsi un po’ di interesse da parte della politica su un tema tanto importante; invece, salvo qualche vago cenno, la sanità è il tema assente di questa campagna elettorale.
E dire che solo poche settimane fa la Corte dei Conti si è espressa in modo molto chiaro sulla sanità della nostra regione. Approvando nel complesso i conti del bilancio regionale la Corte dei Conti ha messo in rilievo una situazione per nulla rassicurante sulla sanità piemontese.
L’edilizia ospedaliera è il primo punto critico evidenziato dalla magistratura contabile; fatta eccezione per l’ospedale di Verduno, operativo dal 2020, per nessuna delle opere programmate – ed annunciate in grande stile- non è nemmeno lontanamente ipotizzabile l’inizio ei lavori di realizzazione; intanto i nosocomi piemontesi versano in condizioni strutturali precarie e necessitano di ingenti interventi di adeguamento o di realizzazioni ex novo.
Non sono mancate, però, grandiose comunicazioni su ipotetici nuovi ospedali, ad esempio l’annuncio in piena campagna elettorale per le amministrative di Alessandria di un nuovo ospedale nel capoluogo senza che ci fosse alcun progetto pronto, senza che fosse stata individuata la zona di realizzazione e, soprattutto, senza che dei fondi necessari alla costruzione ci fosse traccia. Operazione elettorale che, peraltro, non pare abbia sortito gli effetti sperati; intanto, osserva la magistratura contabile, il 58% dei nosocomi “risulta critico per qualità strutturale”, forse serve qualcosa in più di annunci e operazioni di comunicazione, per quanto importanti.
Tutto è fermo, si è passati dai 245 milioni di spesa in conto capitale per investimenti del 2019, ai 10 milioni nel 2021. Altri punti critici della ‘sanità malata’ piemontese sono le politiche per il personale e la mancanza di posti letto.
I giudici hanno osservato che la preferenza di inserimenti flessibili di personale medico e sanitario crea non pochi problemi: ‘La carenza di personale stabilmente inserito nell’organico delle strutture sanitarie si è resa ancora più evidente in una situazione eccezionale’ – la pandemia – ed il rischio che ‘una continua rotazione di dette figure’ possa incidere ‘sulla continuità assistenziale e sulla tempestività delle prestazioni’ è evidente.
Se nei primi mesi di quest’anno la Regione ha annunciato, con la solita enfasi, un piano straordinario di abbattimento delle liste di attesa già a giugno era evidente che gli obiettivi prefissi di azzeramento degli arretrati sarebbe stato impossibile per la carenza di personale; non dimentichiamo, inoltre, che cresce il numero di medici ed infermieri che lasciano gli ospedali trovando maggiore stabilità e crescita professionale nel privato.
E se si vede favorevolmente lo sforzo della regione nella riduzione del debito non possono destare preoccupazione le operazioni di privatizzazione come quella di Tortona con la cessione a privati di diversi reparti dell’ospedale pubblico; c’è da chiedersi se questo è un orientamento di politica gestionale della Giunta e se dobbiamo aspettarci nei prossimi mesi reparti dei nostri ospedali pubblici ceduti a privati».