Venezia 79: Leone d’Oro al documentario della regista Laura Poitras
Nella serata conclusiva della 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, svoltasi lo scorso sabato 10 settembre, la giuria del Concorso Internazionale presieduta da Julianne Moore e formata da Mariano Cohn, Leonardo Di Costanzo, Audrey Diwan, Leila Hatami, Kazuo Ishiguro e Rodrigo Sorogoyen, dopo la visione dei 23 film in competizione, ha deciso di assegnare il Leone d’Oro a “All the Beauty and the Bloodshed” della regista statunitense Laura Poitras, documentario sulla fotografa Nan Goldin. Si tratta del secondo documentario a vincere il Leone d’Oro, dopo “Sacro G.R.A.” di Gianfranco Rosi nel 2013.
Il Gran premio della giuria è stato conferito a “Saint Omer” della regista franco-senegalese Alice Diop, mentre il premio per la Miglior Regia è andato a un emozionato Luca Guadagnino, per il suo “Bones and All”, con protagonista Timothée Chalamet. Il regista ha ringraziato il direttore artistico Alberto Barbera per averlo selezionato nel lontano 1999 con il film del suo debutto, “The Protagonists”, e ha dedicato questa vittoria ai registi iraniani attualmente detenuti.
Luca Guadagnino
Il Premio speciale della giuria ha laureato “No Bears” di Jafar Panahi, la Migliore sceneggiatura è risultata quella del cineasta britannico di origini irlandesi Martin McDonagh, per “The Banshees of Inisherin”; anche la Coppa Volpi per il miglior attore, attribuita a Colin Farrell, ha posto in evidenza i pregi della pellicola di McDonagh, che l’ha ritirata al posto del divo hollywoodiano, collegato da Los Angeles. La Coppa Volpi per la miglior attrice è, invece, andata a Cate Blanchett per la sua interpretazione della famosa direttrice d’orchestra e compositrice classica Lydia Tarr nel film di Todd Field “Tár”.
Cate Blanchett
Colin Farrell
Il Premio Marcello Mastroianni ha incoronato Taylor Russell per “Bones and All” di Luca Guadagnino. Per la sezione Orizzonti, la giuria presieduta da Isabelle Coixet e composta da Laura Bispuri, Antonio Campos, Sofia Djama e Edouard Waintrop, dopo aver valutato i 18 lungometraggi e i 12 cortometraggi in concorso, ha assegnato il Leone Nero per il miglior film a “World War III” di Houman Seyedi; il premio per la Miglior regia a Tizza Covi e Rainer Frimmel per “Vera”; il Premio speciale della giuria a “Bread and Salt” di Damian Kocur; il riconoscimento per la Miglior attrice a Vera Gemma per “Vera” e per il Migliore attore a Moshen Tanabandeh per “World War III”; il Premio per la Migliore sceneggiatura a Fernando Guzzoni per “Blanquita”; infine, il riconoscimento per il Best Short Film a “Snow in September” di Lkhagvaludam Purev-Ochir.
Il premio Opera Prima Luigi De Laurentiis – Leone del Futuro è stato assegnato dalla giuria presieduta da Michelangelo Frammartino e composta da Jan Matuszyński, Ana Rocha de Sousa, Tessa Thompson e Rosalie Varda, a “Saint-Omer” di Alice Diop: il regista napoletano Mario Martone ha consegnato il premio.
Il riconoscimento Orizzonti Extra – Premio Armani degli Spettatori è andato a “Nezouh” di Soudade Kaadan, mentre la giuria della sezione Venezia Classici presieduta da Giulio Base e composta da 21 studenti universitari italiani dei corsi di cinema ha premiato come Miglior documentario sulla storia del cinema “Fragments of Paradise” di K.D. Davison, dedicato al grande regista lituano Jonas Mekas, e come Miglior restauro “La farfalla sul mirino” (Koroshi No Rakuin) di Seijun Suzuki.
Per la sezione Venice Immersive, la giuria presieduta da May Abdalla e composta da David Adler e Blanca Li, visionati i 30 progetti in concorso, ha laureato come Miglior esperienza “The Man Who Couldn’t Leave” di Singing Chen; il Premio speciale della giuria è andato a “Eggscape” di German Heller, mentre il Gran premio della giuria è stato attribuito a “From the Main Square” di Pedro Harres. Il regista brasiliano ha colto l’occasione per criticare con forza il governo del presidente Bolsonaro, concludendo: «La mia frase preferita in italiano: siamo tutti antifascisti».
«È la Mostra del grande ritorno, in alcune sere non si camminava per quanta gente c’era. Non mi aspettavo un successo così caloroso, sono al settimo cielo», ha dichiarato soddisfatto il direttore artistico Alberto Barbera, in chiusura di Festival.