Legami di sangue, vincoli d’amore: “Le buone stelle – Broker”
«A volte sogno. Sta piovendo e la pioggia mi ripulisce da tutto il mio passato. Ma quando apro gli occhi piove ancora a dirotto. E non è cambiato niente».
So-young, prostituta e ragazza madre di Busan sogna che il suo mondo non vada in pezzi, che non cada in frantumi, e che la pioggia scenda a purificare la sua vita e quella di suo figlio, il piccolo Woo-Sung, il cui nome per sua volontà fa riferimento alle ali e alle stelle. Ma quali sono “le buone stelle” per il regista giapponese Hirokazu Kore-eda, nel suo primo film ambientato in Corea, tra le brutture di una società in cui la compravendita illegale di bambini è aumentata in misura considerevole negli ultimi anni?
La ragione, “la rabbia e le stelle”, sta nel viaggio: quello intrapreso da un improbabile quintetto familiare composto da So-young, il piccolo Woo-Sung, i due broker Sang-hyeon e Dong-soo (Gang Dong-won) e, non ultimo, un giovane orfano fuggito da una casa famiglia. Tutti accomunati dall’opportunità e dal desiderio di trovare una casa e una famiglia adottivi a Woo-Sung, pur nell’illeicità di un’azione esercitata, almeno in apparenza, per puri obiettivi economici, entro una realtà degradata di abbandoni materni reiterati (quello di So-young nei confronti del figlio rappresenta l’incipit della storia), il cui ricordo doloroso si staglia in un tempo sempre più lontano.
Il sedicesimo film di Kore-eda – laureato a Venezia lo scorso settembre con il Premio Robert Bresson della Fondazione Ente dello Spettacolo – continua anche nell’inedita ambientazione coreana il viaggio realistico e insieme metaforico del cineasta tra la bellezza e la terribilità dei legami familiari, come già in “Le verità” (2019), primo film in lingua inglese, “Un affare di famiglia”, Palma d’oro al Festival di Cannes 2018, e nei precedenti “Ritratto di famiglia con tempesta” (2016), “Little Sister” (2015), “Father and Son” (2013).
Legami che nel cinema di Kore-eda non sono mai propriamente quelli di sangue, perché la consanguineità, nella prospettiva del regista, non basta all’evocazione di emozioni e sentimenti che – invece – il vivere esperienze comuni in piena consapevolezza e in quanto frutto di una scelta, è in grado di stimolare. Quest’ultimo film riflette, all’interno di un racconto picaresco, un po’ confusionario e irrisolto a livello strutturale, dal ritmo a tratti eccessivamente lento e con alcuni vuoti di sceneggiatura, sulle maternità e paternità di fatto, declinate in un road movie con sfumature noir.
I personaggi sono ben delineati: non solo la figura di So-young (IU), ma anche quella di Soo-jin (Bae Doo-na), la detective che segue le sue tracce, e dei due compari coinvolti nella vendita dei neonati (per la sua interpretazione di Sang-yun, Song Kang-ho, famoso attore coreano già protagonista di “Parasite” di Bong Joon-ho, ha vinto il premio per la miglior interpretazione maschile a Cannes 2022). Alcuni passaggi sono degni di nota (vedi la sequenza sulla ruota panoramica e alcuni momenti corali del gruppo dei protagonisti in fuga), non solo per l’estetica ma anche per la poesia che vi si respira, nel dolce e malinconico fluire del tempo bagnato dalla pioggia che scandisce le esistenze degli uomini, sin dalla loro nascita.
«In Broker c’è una frase – ‘Grazie per essere venuto al mondo’ – che vuole essere un modo per dare alle persone un appoggio», spiega il regista, intervistato a Venezia lo scorso settembre dalla redazione di “Hot Corn”. «Nel momento in cui ho iniziato la preparazione del film ho avuto modo di parlare con bambini e persone abbandonati. Quello che spesso mi hanno ripetuto è stato: ‘Chissà se è stato bene il fatto che io sia nato…’. Per loro, ancor prima del fatto di essere infelici, era più pesante il peso della responsabilità del pensare che venendo al mondo hanno reso le vite delle madri sfortunate. Secondo me non c’è niente di più duro che affrontare la propria nascita in modo non affermativo. Non ritengo si tratti di una responsabilità da parte della madre ma della società. Nel momento in cui una madre, per qualsiasi ragione, fa quella scelta la società dovrebbe intervenire e svolgere quel ruolo al suo posto in modo che nessuno cresca con quel tipo di insicurezza».
“Le buone stelle – Broker”
Origine: Corea del Sud, 2022, 129’
Titolo originale: “Broker”
Regia: Hirokazu Kore-eda
Sceneggiatura: Hirokazu Kore-eda
Fotografia: Hong Kyung-pyo
Montaggio: Hirokazu Koreeda
Musica: Jung Jae-il
Cast: Song Kang-ho, Gang Dong-won, Doona Bae, IU, Lee Joo-young, Park Hae-joon, Kang Gil-woo
Produzione: Zip Cinema
Distribuzione: Lucky Red