Eternit Bis: al banco gli ultimi tecnici della difesa Romano e Colosio
Lunedì 21 novembre torneranno in aula per il contro-esame, a seguire inizierà la discussione finale
Arthur Frank, medico del lavoro della Drexel University ospite di Afeva mercoledì
CASALE – Tavola rotonda dal sapore internazionale mercoledì pomeriggio nella sede casalese di Afeva, l’Associazione dei Famigliari delle Vittime dell’Amianto. Si è discusso senza allontanarsi troppo dal tema cardine di questi mesi, vale a dire il processo in Corte d’Assise a Novara per omicidio con imputato Stephan Schmidheiny che si sta avviando alle battute conclusive.
A dialogare con Giuliana Busto, Nicola Pondrano, Bruno Pesce e Mirko Oliaro c’erano il professor Arthur Frank, medico del lavoro della Drexel University (Usa), il professore universitario Eduardo Algranti (Brasile), il professor Barry Castleman, esperto della storia e dell’evoluzione della conoscenza del rischio amianto nel mondo, il professor Benedetto Terracini e Corrado Magnani, già molto conosciuti anche a Casale.
La delegazione di grandi esperti d’amianto è transitata da Casale in occasione della partecipazione ad alcune iniziative scientifiche in Italia.
Eternit Bis: al banco gli ultimi tecnici della difesa Romano e Colosio
Lunedì 21 novembre torneranno in aula per il contro-esame, a seguire inizierà la discussione finale
Diversi gli spunti di riflessione, proposti in particolare dal professor Frank, che si è anche soffermato, pur da scienziato e non da giurista, sulle enormi differenze tra il sistema giudiziario americano (di Common Law, imperniato sulla prevalenza del diritto giurisprudenziale) e quello italiano (di Civil Law, dove sono codici e leggi la fonte primaria di norme). Nelle sue parole si sono colti diversi aspetti di contrasto alle tesi avanzate dalla difesa di Schmidheiny, alcune velate, altre esplicite. «Non è vero che non si potesse effettuare una diagnosi di mesotelioma certa anni fa» ha spiegato, confutando poi nettamente le parole del consulente della difesa del tycoon svizzero, Gary Marsh: «È la totalità delle esposizioni che causa la malattia (il mesotelioma), lo disse Paracelso 500 anni fa, è la dose che fa il veleno. Casale è stata contaminata dalla fabbrica. Magari è difficile da dimostrare la responsabilità nel vostro sistema penale, ma non c’è nulla che impedisca a uno scienziato di dire che la fabbrica ha causato lo sviluppo del mesotelioma. Tutte le esposizioni sono responsabili».
Ha proseguito Benedetto Terracini: «L’aumento dei mesoteliomi, eventi eccezionali, non è solo dovuto al miglioramento delle diagnosi, nella comunità scientifica in Italia ci sono illustri professori ma anche persone scorrette, mosse dalle industrie».
All’Eternit Bis Marsh: «Conta solo la prima esposizione all’amianto»
Al banco il consulente della difesa, in arrivo dall’Università di Pittsburgh. Ha commentato la deposizione di novembre scorso degli esperti…
Incalzato sulle parole di Marsh («Conta solo la prima esposizione all’amianto»), ascoltato a Novara nel luglio scorso da Nicola Pondrano, Frank non ha indugiato in giri di parole: «È facile dimostrare che si sbaglia, perchè se fosse come dice lui tra qualunque persona che ha avuto anche solo un’esposizione avrebbe la stessa percentuale di casi di mesotelioma, Marsh ha usato manipolazioni statistiche, la sua affermazione non ha basi biologiche» ha spiegato offrendo la sua collaborazione, qualora servisse, alla ‘causa’ processuale.
Barry Castleman è proseguito nell’affrontare le differenze tra l’Italia e il resto del mondo: «Si tratta dell’unico stato con un imprenditore a processo, è importante affinchè le direzioni delle aziende siano ritenute responsabili per le decisioni che prendono».