Accordo Trenitalia-Regione, Deambrogio: «Cattiva propaganda»
Le parole del segretario di Rifondazione Comunista ed esponente di Unione Popolare
TORINO – Negli scorsi giorni è stato firmato il nuovo contratto decennale tra Regione Piemonte e Trenitalia: in tal proposito si è espresso il segretario regionale di Rifondazione Comunista ed esponente di Unione Popolare Alberto Deambrogio: «L’assessore competente Gabusi ha espresso massima soddisfazione e ha assicurato che il servizio ferroviario sarà migliore per tutti. I toni trionfalistici sono del tutto fuori luogo perché i principali nodi sollevati da chi ha a cuore il trasporto pendolare e sostenibile rimangono sul terreno inevasi: insomma siamo di fronte a una operazione di cattiva propaganda. La firma del contratto è arrivata senza nessun coinvolgimento attivo di associazioni e comitati, che pure avevano chiesto di partecipare al percorso di costruzione».
Continua il casalese: «Se si vanno ad analizzare i nuovi servizi attivati si vede che spesso sono finanziati con la partita di giro del taglio delle corse nei week-end. Per altri versi è da stigmatizzare anche la decisione di rendere stabile la produzione ferroviaria ridotta del periodo Covid, non certo adatta alla odierna, significativa ripresa di domanda su molte tratte”.
Per quanto riguarda il fondamentale tema della riattivazione delle linee sospese, decisivo se si vuole andare verso un altro modello trasportistico regionale, occorre rilevare che esso è quasi del tutto ignorato. A Casale Monferrato abbiamo assistito all’inaugurazione di un annuncio di ripresa della tratta verso Mortara, vedremo tra un anno i risultati, ma è lampante l’insufficienza complessiva di programmazione».
«La verità è che – conclude Deambrogio – il servizio che viene fuori dal nuovo contratto risulta essere statico, per di più con incrementi tariffari significativi per l’utenza. Le aspettative dei pendolari, di chi lavora per una mobilità alternativa utile anche per la riscoperta turistica sono deluse, ma non è doma la determinazione dei molti soggetti che hanno lottato capillarmente in questi anni. L’inerzia colpevole di Gabusi e del governo regionale gode oggi di una buona copertura politica, fuori da essa però stanno un’ampia sofferenza e intelligenza sociale non rassegnate. Sono la speranza per un altro modello di società a cui va dato uno sbocco politico credibile».