Shevchenko: “Chiedo al mondo di aiutare sempre la mia Ucraina”
A Cuccaro insieme a Mauro Tassotti. "Liedholm come Lobanovski"
CUCCARO – “Ti chiediamo scusa se ti abbiamo premiato solo adesso”. Alberto Cerruti ha dato per primo l’annuncio ad Andriy Shevchenko che la giuria lo aveva scelto come 11° vincitore del Premio Liedholm e oggi, nella cantina di Villa Boemia, accanto a una persona di straordinari valori, esprime il pensiero di molti, di una platea che si alza tutta in piedi quando termina il Pallone d’Oro riceve il riconoscimento da Carlo Liedholm, figlio del ‘Barone’, e da Fabio Bellinaso presidente dell’associazione che porta il nome di Nils.
“Un grande onore. Per il premio e, anche, per aver trovato, oggi, i bambini ucraini a salutarmi”. Sono scappati da Maripor e vivono a Fubine: hanno bandiere e cappellini con i colori della loro nazione, il coro “Andriy Andryi” è da pelle d’oca anche per chi ha vinto tantissimo, e si emoziona per un riconoscimento che sottolinea i valori dell’uomo Shevchenko, ben tratteggiati da Alessandro Alciato.
“Grazie Italia per quanto ha fatto e continua a fare per l’Ucraina. Abbiamo sperato in segnali di pace, ma la guerra continua e sarà molto dura. A tutti voi, al mondo, chiedo di continuare a essere vicini e sostenere il mio paese e la mia gente, perché si dovrà ricostruire. Lo sport può fare tantissimo per portare messaggi di pace”.
Con Sheva il suo amico, e vice, Mauro Tassotti. “Gli ho raccontato Nils, che per me ha contato tanto, e sono persone che si assomigliano tanto”.
Una somiglianza che Shevchenko vede anche tra Lobanovski e Lidholm, “grandissimi giocatori e allenatori, ma soprattutto persone di cui il calcio, e non solo il calcio, hanno tamto bisogno”.