Morirono prigionieri dopo ‘La Scelta Giusta’, ora gli Imi sono a casa
Oggi a Casale la tumulazione di Francesco Chialone, Flavio De Vecchi, Mario Ferrando, Giuseppe Patrucco, Giuseppe Peretti e Placido Zanasso nel Famedio del cimitero
CASALE – Sono tornati in Monferrato dopo quasi 80 anni di ‘esilio’ in Germania Francesco Chialone di Odalengo Grande, Flavio De Vecchi di Ticineto, Mario Ferrando di Rosignano, Giuseppe Patrucco di Occimiano, Giuseppe Peretti e Placido Zanasso, entrambi di Mombello, i sei Imi: militari italiani che dopo l’8 settembre del 1943 scelsero di non abbracciare la causa della Germania nazista e della Repubblica Sociale Italiana, trovando la morte nei campi di prigionia.
L’inaugurazione del Famedio, il monumento funebre che da oggi li accoglie al cimitero di Casale, fortemente voluto dall’associazione Li Riporteremo a Casa del presidente Andrea Desana, ha rappresentato una cerimonia partecipatissima, con decine di sindaci del territorio, associazioni di volontariato e d’arma, forze dell’ordine, esponenti della politica, delegazioni scolastiche, semplici cittadini e poi i famigliari dei sei eroi, che fecero la scelta giusta e terribile, optarono per la via più impervia e in seguito a questa trovarono la morte lontano dalla loro casa, dai loro affetti.
In totale centinaia i presenti al Famedio, realizzato con il fondamentale contributo di tanti guidati dal collegio dei geometri, che oggi festeggiava doppiamente per la presenza di Giuseppe ‘Pinetto’ Giorcelli (nella foto sopra), 102 anni, geometra ma soprattutto uno degli ultimi Imi rimasti a poter portare, ancora lucidamente, la sua testimonianza di prigionia.
La cerimonia guidata dall’alpino Gianni Ravera e accompagnata dalle note dell’Orchestra Filarmonica di Occimiano è stata intensa.
Dopo un momento di raccoglimento del Cappellano militare don Giuseppe Cesana, le parole di Desana (nella foto sotto): «Ce l’abbiamo fatta, e non è stato affatto facile» ha detto concludendo idealmente un percorso, quello del primo rimpatrio collettivo e del primo famedio civile e non militare in Italia, durato 6 anni. «Un luogo simbolo della memoria, che avrà il compito di far ricordare la grande vicenda degli Imi, che si inserisce all’interno della Resistenza, una scelta eroica e drammatica di 650mila militari. Il nostro Famedio d’ora in avanti è vostro, che questi nomi siano ricordati nelle cerimonie. Questo è un luogo della memoria intesa come adorazione del fuoco e non come custodia delle ceneri».
Il sindaco Federico Riboldi (sotto) ha sottolineato la grande partecipazione alla cerimonia: «Questi sei ragazzi (il settimo dei rimpatriati, Alessandro Frascarolo, per scelta della famiglia, è già stato tumulato a San Salvatore nda) rappresentano simbolicamente tutti i nostri ragazzi morti lontano dalle loro famiglie. In ogni nostra azione ricordiamo a chi dobbiamo la nostra gratitudine».
In luogo del giornalista e storico Andrea Parodi, assente per motivi di salute, l’orazione ufficiale è stata letta dal padre Mario (sotto).
Le parole sono andate al 22 aprile 2016 quando, in occasione della presentazione a Casale del volume ‘Gli eroi di Unterluss’, si scoprì che c’erano ancora 32 Imi monferrini sepolti in Germania. Da lì iniziò il percorso culminato nella giornata odierna: «Oggi si fa la storia».
La celebrazione è proseguita quindi con la solenne lettura di tutti i loro nomi, a cura di Giorgio Milani, poi con la toccante tumulazione dei sei rimpatriati nel Famedio. Ogni urna accompagnata da un parente. Il momento più intenso quello riservato a Placido Zanasso: i suoi fratelli Bruno e Giulio sono ancora in vita e proprio Giulio ha riservato alle spoglie del congiunto uno struggente abbraccio.
Ha chiuso la mattinata la lettura delle tante realtà che hanno contribuito alla realizzazione del Famedio con contributi anche economici, alle quali è stata consegnata una pergamena ricordo.