Un quarto d’ora di privacy
Alzi la mano chi ha mai letto, entrando su un sito web, le informazioni legate all’accettazione dei cookie o ha mai scorso l’informativa sulla privacy prima di registrarsi a una newsletter: del resto, questi testi sono invitanti come i bugiardini dei farmaci. Probabilmente pochi di noi lo avranno fatto.
Alzi la mano invece chi si scoccia di fronte ai continui pop-up che i siti sono obbligati a pubblicare per avvisarci delle modalità con le quali la nostra navigazione sarebbe tracciata e i nostri dati personali verrebbero trattati. Credo tutti.
Non solo l’uso di Internet è oggi pesantemente influenzato dalle normative sulla privacy, ma anche molti strumenti che le aziende e le organizzazioni usano vivono sotto la spada di Damocle del GDPR e, senza un accordo fra USA ed Europa, la conservazione dei dati che tali strumenti effettuano su server americani e il fatto che tali dati possono essere consultati da autorità statunitensi, può renderli illegali. Ad esempio il Garante della Privacy italiana ha dichiarato contraria al GDPR la versione tradizionale di Google Analytics, uno dei software di monitoraggio del traffico dei siti web più diffuso.
Ecco perché il Decreto presidenziale emesso dal Presidente Biden, chiamato “Privacy Shield 2”, potrebbe superare questo impasse: non renderà più facile la navigazione online, ma faciliterà al lavoro a chi deve realizzare e utilizzare siti Internet e app. Restiamo poi in attesa del provvedimento che garantirà nel futuro, a ciascuno di noi, 15 minuti di privacy. La firma dell’ordine esecutivo da parte del presidente americano Joe Biden che spiana la strada per la formulazione di un nuovo “Privacy Shield” è un atto che può ridisegnare le regole per il trasferimento dei dati online tra Europa e Stati Uniti.
In seguito ai pronunciamenti delle Authorities garanti della privacy in Austria, Francia, Italia e, più di recente, in Danimarca, questo decreto è infatti necessario per permette la definizione di una cornice stabile per l’utilizzo legale di Google Analytics e un orizzonte di impiego e di sviluppo delle altre tecnologie più certo, a vantaggio delle imprese che utilizzano applicazioni di marketing digitale.
Il provvedimento è un importante segnale politico in preparazione della negoziazione tra Usa e UE per un Privacy Shield 2.0 che restringa l’accesso dell’intelligence americana a informazioni personali dei cittadini europei. Nel frattempo può consentire di individuare gli opportuni accorgimenti tecnici che la rendano possibile e di introdurli in vista dell’accordo.