Deambrogio (Prc-Se): «La Cnai era apocrifa? Il Ministero non attenda oltre!»
Il segretario regionale ancora attivo sui temi del decommissioning
«Finalmente abbiamo avuto una parola definitiva sulla versione della Cnai (Carta Nazionale delle Aree Idonee) che è ampiamente circolata e ha indotto molti a chiedersi se fosse un documento ufficiale oppure no» dice Alberto Deambrogio, segretario regionale del Prc-Se all’indomani dei lavori (di lunedì) del Tavolo di Trasparenza sul nucleare.
«Prendiamo atto che si trattava di un documento apocrifo, ma allo stesso tempo diciamo che non è più sostenibile attendere oltre per avere quella ufficiale. Dopo aver esperito tutto il percorso formale di verifica Isin (Ispettorato Nazionale per la Sicurezza Nazionale e la radioprotezione) l’ha inviata al ministero competente, quello della Transizione Ecologica, all’incirca un mese fa. L’assenza del ministro Pichetto Fratin al tavolo non è di buon auspicio; in ogni caso egli non si può più nascondere dietro un dito, deve esercitare il suo ruolo e ottemperare alle azioni che stanno sotto la sua responsabilità» prosegue Deambrogio.
«Esprimiamo poi profonda preoccupazione per il fortissimo ritardo con cui si sta procedendo alla solidificazione dei rifiuti radioattivi liquidi (Cemex). Sogin(Società di gestione degli Impianti Nucleari) ha dichiarato di voler adire a una nuova procedura di appalto sfruttando i poteri commissariali, che la governano da qualche tempo. La solidificazione va fatta, ma credo che oltre a non poter derogare dalla norma penale, sia utile ricordare che neanche da quella europea è possibile allontanarsi: insomma si rifletta bene a dove può portare la logica emergenziale e perché ci si è arrivati. In ultimo – conclude Deambrogio – vogliamo stigmatizzare tutta una serie di delibere, molto simili tra loro, votate in parecchi comuni della Provincia di Vercelli e tese di fatto a richiedere l’eliminazione delle aree contigue alla zona Parco del Po. Ricordo che tali aree sono decisive per garantire una sorta di corridoio ecologico utile a flora e fauna, ma non si può non sviluppare un altro ragionamento in questo caso. Siccome anche il comune di Trino si è accodato alla richiesta, crediamo sia lecito chiedersi se quella mossa abbia a che fare con l’eliminazione di una zeppa importante: quella limitante una nuova ipotesi di deposito sul suo territorio. Intanto tocca alla Regione Piemonte decidere sulle indicazioni che arrivano dai comuni, vedremo quanto ha a cuore l’ambiente e il territorio».