Casale: sette lumi per altrettanti milioni di morti nei campi nazisti
Ieri alla Comunità Ebraica, la tradizionale conclusione degli eventi del Giorno della Memoria
CASALE – L’ultimo evento delle celebrazioni legate al Giorno della Memoria a Casale Monferrato è stato ieri pomeriggio, 29 gennaio, proprio all’ingresso del complesso ebraico di Vicolo Salomone Olper.
Una cerimonia nata circa 15 anni fa e diventata consuetudine per i monferrini che si riuniscono nel ricordo dei concittadini uccisi nei campi di sterminio. A fianco della porta della Sinagoga una targa raccoglie i 63 nomi di cittadini di Casale e Moncalvo portati via dalle loro case, la cui vita è terminata pochi mesi dopo in una camera a gas. È qui che la prima domenica dopo l’anniversario della liberazione di Auschwitz, in un semplice allestimento vengono collocate 7 lampade: 6 a rappresentare i 6 milioni di ebrei periti durante la Shoah e una settima a ricordo del milione di rom, omossessuali, oppositori politici… e ogni persona cancellata dal totalitarismo nazifascita solo perché divergente dal proprio modello.
Una cerimonia che si è ripetuta anche quest’anno, accompagnata da una folta rappresentanza di amici e di istituzioni, tra cui la significativa partecipazione dell’assessore regionale all’agricoltura Marco Protopapa, che testimonia come la Comunità Ebraica di Casale sia tra i promotori del progetto della Regione Piemonte “Ogni giorno e il Giorno della Memoria”.
A ricordare le finalità del momento Claudia De Benedetti, direttore dei Musei Ebraici di vicolo Olper, che ha condotto la cerimonia a nome e con il pensiero rivolto a Elio Carmi, presidente della Comunità Ebraica. Introducendo le finalità della giornata ha fatto anche per un appello affinché si riprenda ad apporre le “Pietre di inciampo”, collocate nei pressi delle abitazioni delle persone deportate. Un riconoscimento per il quale è necessario rintracciare i parenti in vita di eventuali dedicatari. Daria, Diletta e Daniele Carmi hanno poi letto i nomi dei 63 deportati a cui si è aggiunto anche il ricordo delle 7 vittime dell’attentato che ha insanguinato Gerusalemme venerdì 27 gennaio.
Dopo lo Izkor, la preghiera per i defunti recitata da Adriana Ottolenghi, vicepresidente della Comunità, è arrivato il momento di accendere i lumi. Il primo a compiere il gesto è stato il sindaco di Casale Federico Riboldi, al suo fianco anche il sindaco di Moncalvo Cristian Orecchia, Gianluca Cominetti, vicesindaco di Sartirana e Aldo Fara ex sindaco di Moncalvo. Tra le autorità presenti, chiamate ad accendere gli altri lumi o associarsi idealmente al gesto: Carmine Bagno, dirigente del Commissariato di Casale, il maresciallo Peroni in rappresentanza della Guardia di Finanza locale, il maresciallo Lorenzo Caporali dei Carabinieri di Casale, Gian Luigi Ravera, presidente Nazionale Alpini, Giovanni Bosco, Carla Gagliardini e Gabriele Farello in rappresentanza dell’Anpi di Casale e di Valenza, Roberto Gabei, presidente della Fondazione Casale Ebraica ETS, e Guy Shamni cittadino israeliano che ha acceso un lume simbolicamente a nome di Israele.
L’accensione dell’ultima lampada è stata affidata a un gruppo di bambini, giunti in rappresentanza dell’ospedale Borsalino di Alessandria: un modo per ricordare i tanti ragazzi periti nella shoah e in tutte le guerre.
La Giornata della Memoria è stata anche l’occasione per dedicare un approfondimento alla mostra “Instabile come la speranza” di Arcangelo Sassolino in una visita guidata condotta da Daria Carmi. Opere in cui proprio la potenziale fragilità di elementi, arrivati ai limiti della rottura, ci ricorda che anche l’uomo è sospeso su una perenne lastra di vetro e che sta ad ognuno di noi restare vigile affinché non si spezzi.