Eternit Bis. I Pm: «Sul territorio restano i morti»
Oggi è iniziata la fase di discussione finale. Si tornerà in aula venerdì 10 febbraio
NOVARA – Lo stabilimento Eternit a Casale Monferrato ha chiuso nel 1987. Nel 2016 l’edificio principale, completamente bonificato e abbattuto, è stato trasformato in un parco a memoria di tutte le vittime dell’amianto. Oggi, nel 2023, le mura polverose di quello che era la Eternit non sono nient’altro che un ricordo dei Casalesi che la fabbrica l’hanno vissuta sulla propria pelle. Ma allora perché nel 2023 si parla ancora del disastro della «fabbrica della morte»? Perché a Novara è ancora in corso l’Eternit Bis, procedimento penale che vede imputato Stephan Schmidheiny accusato di omicidio volontario?
«Cosa resta sul territorio? I 392 casi di mesotelioma». Questo è ciò che il Pm Gianfranco Colace ha sottolineato oggi davanti alla Corte d’Assise, dove è iniziata la fase di discussione finale del processo. A parlare per prima è toccato all’accusa risollevando alcuni dei temi a lungo discussi, in particolare dai consulenti tecnici di entrambe le parti. Frequenza e modalità delle operazioni di pulizia, dispersione delle polveri in città, informazione sulla pericolosità della fibra… La domanda a cui si cerca di trovare una risposta è: Stephan Schmidheiny sapeva e avrebbe potuto intervenire? Per l’accusa non ci sono dubbi, a sottolinearlo è stata anche la Pm Maria Giovanna Compare.
L’articolo completo su ‘Il Piccolo’ di martedì 31 gennaio 2023. Si tornerà in aula venerdì 10 febbraio, dove interverrà ancora l’accusa. Tra i tanti temi di cui si discuterà, anche quello a lungo dibattuto del ‘manuale Bellodi’.