«Contagi, il quadro è stabile. In regione e pure in provincia»
Le valutazioni del professor Bianchi, docente dell'Upo
Le cose continuano ad andare piuttosto bene, anche se la fase di discesa sembra essere terminata. È quanto emerge dalle valutazioni di Carluccio Bianchi, docente di Macroeconomia dell’Upo, che da inizio pandemia ‘legge’ per noi i numeri del Covid.
«In Italia, nonostante tutto, continua a diminuire, seppure a ritmo sempre più ridotto, il numero dei contagi (-10%), insieme a quello di ricoverati e terapie intensive. In salita invece il numero dei decessi. Per quanto riguarda il Piemonte la curva dei contagi scende di poco (-4%), contro il -18% della settimana precedente e il -39% di due settimana prima. In sostanza ci stiamo avvicinando ad una stabilizzazione dei casi, attorno a 35 casi settimanali per 100mila abitanti, come avevamo previsto. Continuano a diminuire i ricoveri in regione (-9%), le terapie intensive (-25%), che avevano addirittura raggiunto un minimo torico di 1 il 28 gennaio. Stabili i decessi a 3. Il tasso di occupazione posti letto (2,4%) è il più basso dopo la Lombardia (2,2%) e l’occupazione a 0,5%, solo dietro Valle d’Aosta, Molise e Basilicata, che sono a zero».
Per quanto riguarda l’incidenza, Alessandria è al primo posto della graduatoria (70 e meno 4%), davanti a Italia (58, meno 10%) e Lombardia, che fa registrare 50 e una riduzione dell’8%. Completa il quadro il Piemonte, 35 e appunto meno 4% come la provincia.
«In riferimento ai numeri assoluti – aggiunge il professore – emerge in maniera chiara che ci stiamo avvicinando alla stabilizzazione: i contagi, infatti, scendono di sole 59 unità, da 1531 a 1479, con una media di 59 episodi giornalieri. Percentuali? Sostanzialmente stabili, Torino e Alessandria continuano a incidere in maniera concreta».
Scende ancora il tasso di positività, dal 3 al 2,5%, nonostante un aumento dei tamponi medi processati quotidianamente: erano 7400, sono 8400.
Infine Alessandria, dove i contagi settimanali scendono leggermente. «Passiamo da 297 a 285 – conclude Bianchi – quindi 12 in meno e 41 di media al giorno. La tendenza è oramai delineata, ma conforta il fatto che si parli di cifre molto basse. Quasi tutte le province del Piemonte, infatti, hanno un’incidenza sotto quota 50, e comunque in generale ben al di sotto di quelli che una volta erano i confini della zona bianca. La speranza è quella di continuare così, anche se qualche piccolo aumento potrebbe essere fisiologico».