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    Servizio
    Massimo Zemide
    Generic, Home, Politica
    22 Febbraio 2023
    ore
    12:02 Logo Newsguard
    La risposta

    Servizio idrico. Amc e Am+ replicano a Lavagno: «Nessuna svendita»

    L'intervento dei presidenti Amatelli e Zemide

    CASALE – Dopo che Fabio Lavagno ha definito ‘svendita’ il futuro del servizio idrico integrato per Am+, arriva la risposta dei presidenti interessati dalle dichiarazioni, Fabrizio Amatelli per Amc e Massimo Zemide per Am+.

    Le parole dell’esponente dem sono definite: «L’ennesimo intervento ancora una volta privo di ogni fondamento». Da qui la volontà di rispondere: «Per riassumere i termini della vicenda. Lo scopo è quello di fornire ai cittadini chiarimenti idonei a risolvere la confusione, se non i timori, generati dall’intervento meramente strumentale del rappresentante Dem» dicono Amatelli e Zemide.

    «Come è noto il 31.12.2023 sono in scadenza le concessioni del servizio idrico per tutti e 5 gli attuali gestori dell’ATO Piemonte 2. Le possibili soluzioni sono rappresentate 1) una gara internazionale; 2) una gara che preveda l’ingreso di un socio privato in misura non inferiore al 30%; 3) l’affidamento diretto ovvero “in house” ad un soggetto interamente pubblico. Attraverso un certosino quanto complesso lavoro con gli altri gestori pubblici (Cordarbiella, Cordarvalsesia, SII), si è scelto di richiedere l’affidamento diretto attraverso la creazione di una società consortile mutuando l’esperienza terminata con esito favorevole di altri territori, tra i quali per il Piemonte l’ambito Cuneese» spiegano i presidenti.

    Servizio idrico. Amc e Am+ replicano a Lavagno: «Nessuna svendita»

    Am+, Lavagno tuona: «Il consorzio dell'acqua è per noi una svendita»

    Il dem preoccupato del peso che la società (dove il peso maggioritario è di Amc) avrà nel nuovo soggetto gestore…

    «L’intento è di dar vita ad una società a responsabilità limitata avente ad oggetto lo scopo previsto per i consorzi ex art. 2615 ter c.c. che, come dovrebbe sapere il consigliere, è quello di permettere a più società di istituire una organizzazione comune per la disciplina o per lo svolgimento di determinate fasi delle rispettive imprese. Tra le attività in questione troviamo: bollettazione, call center, gestione magazzini, predisposizione dei piani di investimento, servizi informatici, analisi di laboratorio, centrale acquisti, piano tariffario, il tutto finalizzato a realizzare economie di scala con conseguenti risparmi. L’elenco è dettagliatamente descritto all’art. 4 punto 8 dello statuto. Sempre per disposizione statutaria (art. 4, n. 1) alla società Consortile è fatto divieto di dividere utili o avanzi di bilancio sotto qualsiasi forma. Amc è stata l’unica società dell’ambito a portare avanti il progetto di aggregazione insieme ad Amv, dando vita ad Am+. Due anni fa è stata completata l’operazione societaria di aggregazione che la precedente Amministrazione aveva iniziato, ma non terminato nei tempi indicati all’Ato ed è questa la principale ragione per la quale non è stata concessa la proroga della concessione. Con la creazione della società consortile non è stato svenduto nulla poiché non c’è stata alcuna compravendita, ne conferimenti patrimoniali, cessione quote, fusioni o incorporazioni». 

    Prosegue la replica: «La partecipazione ad una società a responsabilità limitata con scopo consortile (per la quale non è prevista alcuna distribuzioni di utili) in base al numero di abitanti, come per altro accaduto in altre realtà, è cosa ben diversa dal percorso che ha portato alla creazione di Am+, società alla quale Amc partecipa nella misura dell’85%. Nel periodo transitorio, cioè fino a quando tutte le realtà dell’ambito non saranno rappresentate all’interno della società consortile, l’assemblea delibererà per le questioni di maggior importanza previste dall’art. 13 dello Statuto, con la maggioranza del 90%. Ne consegue che nessuna decisione rilevante potrà essere adottata senza il voto favorevole del socio Am+. Sotto il profilo della governance, proprio in considerazione della solidità della nostra società e a prescindere dal numero degli abitanti è stato previsto statutariamente che durante il periodo transitorio il Presidente della società sia indicato da Am+, consentendo al nostro territorio di essere guida del percorso aggregativo. Nessuna decisione presa a Vercelli o a Biella, ma un percorso prima proposto e poi condiviso con gli altri gestori pubblici che ha visto l’azienda casalese rivestire un ruolo centrale; ruolo che continuerà a svolgere  anche in futuro attraverso l’indicazione del Presidente della società consortile. Lo statuto e il percorso aggregativo sono stati oggetto di due riunioni della commissione comunale di controllo e garanzia, oltre che dei necessari passaggi in Cda e assemblea di Amc e ai primi di marzo il tema sarà portato in Consiglio Comunale. L’auspicio è che nel parlamentino casalese la questione sia oggetto di contributi significativi e non di mere strumentalizzazioni politiche, come emerge dall’intervento del consigliere Lavagno che dimostra di non conoscere la natura della società consortile e di non avere letto lo Statuto, oppure di non averne compreso il contenuto».  

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