Servizio idrico. Amc e Am+ replicano a Lavagno: «Nessuna svendita»
L'intervento dei presidenti Amatelli e Zemide
Continua il botta e risposta tra l'esponente dem e i presidenti Amatelli e Zemide
CASALE – Assume i contorni di un botta e risposta lo scambio di interventi sulle questioni del servizio idrico integrato tra il dem Fabio Lavagno da una parte e, dall’altra, il presidente di Amc Fabrizio Amatelli e quello di Am+ Massimo Zemide.
Dopo la replica dei due presidenti nella giornata di ieri, oggi è nuovamente il turno del consigliere comunale di tornare all’attacco.
«Dalla piccata replica del presidente di Amc abbiamo capito 3 cose. La prima è che dobbiamo guardarci dalle Commissioni di Garanzia del Comune di Casale e dai suoi membri, a quanto pare garantiscono solo loro stessi, ma questo è uno dei tanti problemi nostri, chiediamo scusa per aver sollevato un problema che, per i membri della Commissione di Garanzia
non era un problema, beati loro. La seconda è che non è stata concessa la proroga della concessione ad AM+ perché non sono stati rispettati i termini previsti dall’Ato. Questa fa piuttosto ridere: è da 2006 che l’Ato dispone l’accorpamento di Amv in Amc (o altro gestore dell’ambito) di proroga in proroga per 13 anni e quando finalmente si ottempera i termini sono scaduti? Non è che è mancata qualsiasi capacità di negoziare? La terza è che per il futuro della gestione dell’acqua e per arrivare al gestore unico previsto per legge, abbiamo preso come modello quel che si è fatto nell’Ambito 4 Piemonte, Cuneese: dieci gestori dell’acqua e ventidue gestioni ancora in economia da parte dei comuni, forse uno degli esempi più avanzati in Italia, dove i cinque gestori pubblici hanno deciso di costituire un Consorzio per ottenere un nuovo affidamento del servizio abbastanza lungo nel tempo per permettere loro di trovare i soldi per riscattare altri cinque gestori privati o misti per diventare il gestore unico. Noi che nel nostro ambito abbiamo solo cinque gestori, di cui uno misto (da riscattare) potevamo anche scegliere un modello più efficiente, visto che in 3 anni il costituito Consorzio CO.GE.SI. ha giusto realizzato la centralizzazione della bollettazione».
Servizio idrico. Amc e Am+ replicano a Lavagno: «Nessuna svendita»
L'intervento dei presidenti Amatelli e Zemide
Ma Lavagno prosegue e cita la nota di Amatelli e Zemide: «”Con la creazione della società consortile non è stato svenduto nulla poiché non c’è stata alcuna compravendita, ne conferimenti patrimoniali, cessione quote, fusioni …”. È vero, infatti all’articolo
6 dello Statuto è previsto che i soci “… si obbligano a mettere a disposizione per tutta la durata della partecipazione (al Consorzio) la propria struttura e le infrastrutture necessarie per lo svolgimento del servizio …” non c’è compravendita, mettiamo a disposizione (a gratis) un patrimonio che vale il 30% del Consorzio per decidere con la forza del 13% o giù di lì: un capolavoro! “Nel periodo transitorio, … nessuna decisione rilevante potrà essere adottata senza il voto favorevole del socio Am+”, tuona ancora Amatelli, sì, ma il periodo transitorio dura solo fino a che nel Consorzio non entrano sia il Biellese, sia il Vercellese e che decisione importante volete che prenda il Consorzio con fuori il 40% delle quote? E quando saranno entrambi dentro, la maggioranza per le decisioni importanti passa dal 90% al 70% e Am+ sempre al 13%. Però
possiamo stare tranquilli, con presidente Amatelli il nuovo Consorzio avrà una guida sicura. Forse non avete capito, con queste premesse, tra qualche anno, anche per fare una pratica di allacciamento dovremo andare a Vercelli, giusto, come per il tribunale e questa volta non c’è un governo da incolpare, ma solo i nostri dilettanti allo sbaraglio. Se le parole del Presidente di Amc dovevano tranquillizzare, diciamo che la missione è ampiamente fallita»