Bellezza quotidiana
Il lavoro del fotografo americano William Eggleston negli ultimi sette decenni ha contribuito a elevare la fotografia a colori nel regno delle belle arti. Il suo talento per catturare la bellezza di luoghi comuni è oggetto di mostre nei migliori musei al Mondo.
Le sue immagini degli Stati Uniti negli anni 1960 e ’70 sono particolarmente degne di nota in quanto presentano scintillanti cofani Cadillac, commensali e cittadini alla moda che svolgono la loro vita quotidiana. Il linguaggio visivo di Eggleston, intriso di mistero, luce e un’acuta sensibilità al colore, è una masterclass che ha ispirato generazioni di artisti e fotografi nel tempo. Spesso ci si chiede se una città, il suo tessuto urbano, è meglio rappresentata con scatti in bianco e nero o a colori.
Personalmente sono sempre stato combattuto su questo aspetto, ma ho notato che alla fine Eggleston mi piace perché anche io preferisco usare alla fin fine il colore anziché il bianco e nero quando rappresento il contesto urbano di una città. Perché? forse perché cerco gioia anche in luoghi apparentemente grigi, forse perché voglio vedere vita pulsante e motivi per essere felici quando torno a casa e lavoro con gli scatti che ho fatto.
Alessandria ha l’appellativo di città grigia. Forse è colpa della nebbia, che in autunno la fa immaginare così, o forse è solo uno stereotipo del passato. Io ho girato molto in questi mesi per la città, l’ho fatto intensamente da novembre ad oggi e onestamente ho visto molti colori, ho visto angoli dove questi sono in bella vista, dove il tessuto urbano, con i suoi colori, contraddice il detto popolare, onestamente poco aderente alla realtà. Le mie foto sono ben lontane dalla qualità di quelle di William Eggleston, ma cercano di essere colorate il più possibile, ma per essere tali hanno bisogno del contesto giusto.
Ad esempio, quando passo per via dei Guasco e vedo la coloratissima Chiesa Ortodossa di San Nicola, come posso non trovarmi ispirato a scattare una foto? Che poi sia nuvoloso o soleggiato, cosa cambia davanti a tale esplosione di colori pastello? Ma non è solo un monumento, una chiesa, una facciata di una casa ad esplodere di colori, ci sono puri i muri dei graffitari, come ad esempio questo muro, che nasconde la linea ferroviaria e lo fa con dei colori che ricordano i campi a primavera.
Non ultimo c’è il muro all’interno del cortile del vecchio asilo in via Santa Maria di Castello, occupato fino alla scorsa estate dalla casa delle Donne, che dava sicurezza e assistenza alle donne e che colorava piacevolmente la via. Rimangono le decorazioni interne che ho voluto immortalare, prima che qualcuno abbia la stessa brutta idea di cancellarle, come già fatto con le sue scritte esterne. Scritte cancellate per far apparire degli anonimi colori grigi e crema, che uniti al luogo senza più presenza umana, un pochino grigio lo è.