Aiop, Giancarlo Perla confermato presidente per altri tre anni
"Le strutture di diritto privato sono, di fatto, una componente proattiva del Sistema Sanitario Nazionale"
Per il prossimo triennio Giancarlo Perla è confermato alla guida di Aiop Piemonte (Associazione Italiana Ospedalità Privata), l’organizzazione datoriale aderente a Confindustria che nella regione conta 34 realtà, comprese strutture assistenziali e ambulatoriali, per circa 3.500 letti.
Si è infatti svolta l’assemblea che ha visto la rielezione all’unanimità di Perla (al suo ottavo mandato) e quella di Fabio Marchi (Gruppo Humanitas) nel ruolo di vice con delega al Consiglio nazionale e quindi componente dell’esecutivo nazionale col ruolo di tesoriere, oltre che degli altri vice Paola Colloraffi (Maria Pia Hospital, Santa Caterina da Siena – GVM) e Giacomo Brizio (Città di Bra, Sant’Anna). Nella squadra dei vice nuova nomina per Roberto Rusconi (Gruppo Habilita).
L’assemblea è stata l’occasione per rinnovare l’impegno di Aiop a seguire le indicazioni della giunta regionale verso una crescente integrazione tra pubblico e privato. «Questa doppia anima del nostro sistema ospedaliero, infatti, ha già dato prova di essere vincente e, come ha recentemente dichiarato il ministro della Salute Orazio Schillaci, può rappresentare davvero la chiave per risolvere alcune criticità: lavorando sinergicamente si può rispondere con efficacia alle esigenze di prevenzione, cura e assistenza di tutti i cittadini» ha commentato Giancarlo Perla durante l’assemblea, in una giornata profondamente rattristata per la prematura scomparsa di Josè Parrella, presidente Aris Piemonte (Associazione Religiosa Istituti Socio sanitari).
«Le strutture di diritto privato sono, di fatto, una componente proattiva del Sistema Sanitario Nazionale, sempre pronta a portare in dote le sue peculiarità a vantaggio di tutti, in primis dei pazienti» ha ricordato Perla. Restano aperte sfide che vedono tutte le strutture Aiop in prima linea. Gli obiettivi primari riguardano la contrazione delle liste di attesa, la riduzione della mobilità passiva, ovvero il flusso di cittadini piemontesi costretti a curarsi in altre regioni, e la promozione dell’eccellenza piemontese su scala nazionale, favorendo una crescente mobilità attiva, ovvero pazienti di altre regioni che scelgono il Piemonte.