Deambrogio attacca Icardi (e tutta la Regione) sui bilanci delle Asl
L'intervento del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
CASALE – «Che i bilanci delle Asl piemontesi mostrassero difficoltà lo si sapeva da tempo, ora però la scelta dell’assessore Icardi di intervenire sui direttori per ottenere risparmi segna un punto di ulteriore svolta negativa»: entra ancora una volta a gamba tesa il segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista, il casalese Alberto Deambrogio, che incalza, non per la prima volta, la Regione sul tema sanitario
E continua: «In un momento in cui le risorse per la sanità dal Governo nazionale non si vedono, segnando una linea di continuità con logiche rigoriste e antisociali praticate sia dal centro destra che dal centro sinistra, l’assessore piemontese sceglie le vie brevi, le più disastrose, per risparmiare. Chi governa la sanità piemontese non è in grado di produrre un piano sanitario, un piano per la cronicità o quantomeno un piano emergenziale in grado di guidare la scellerata indicazione data ai direttori delle Asl.
Questi ultimi, stretti dalla richiesta di risparmiare, faranno scelte drastiche indirizzate spesso a settori dove è più facile tagliare, senza nessuna considerazione volta alle possibili ricadute sui servizi più delicati. I cittadini piemontesi devono sapere sin d’ora che questo tipo di operazione porterà a un inevitabile peggioramento delle prestazioni.
La crisi dei bilanci delle Asl rimanda indirettamente a un altro tipo di riflessione. Icardi va proponendo la realizzazione di nuovi ospedali in giro per la regione. Lo fa in assenza di risorse aggiuntive dedicate a questo scopo, proponendo tipologie di finanziamento che non sono assolutamente a costo zero (ad esempio i fondi Inail). I soldi andranno restituiti con canoni costosi e spalmati a lungo nel tempo. A qualcuno pare che le Asl in crisi, a cui viene chiesto di tagliare sui propri bilanci, siano in grado di sostenere quello sforzo?».
Conclude: «Da ultimo va stigmatizzato il ruolo dell’Azienda Zero, sbandierato da Icardi come la panacea di tutti i mali organizzativi che attanagliano la sanità piemontese. Se volessi stare su un piano venato dal populismo potrei limitarmi a segnalare il fatto che ai direttori delle Asl, a cui l’Azienda Zero ha sottratto funzioni, continuano a prendere lo stesso stipendio pur dovendo sostenere un lavoro meno gravoso. In realtà credo occorra denunciare che, ad oggi, quello che dovrebbe essere il fiore all’occhiello del sistema sanitario piemontese non ha uno straccio di bilancio. È questo l’investimento che il centro destra piemontese fa? Investe su una scatola vuota? Ho la chiara impressione che da qui alle elezioni del prossimo anno per la salute dei piemontesi si farà ben poco, galleggiando tra un annuncio e l’altro con buona pace di chi quotidianamente arranca per curarsi».