Dimissioni in massa nella scuola per adulti: dirigente sotto accusa
Indetta una giornata intera di mobilitazione: "mobbing e scarso dialogo"
Nel curriculum della dirigente del CPIA1 (scuola per adulti di Casale e Alessandria) si legge: “Buone competenze nell’ascolto attivo. Ottime capacità di analisi di dati, elevate competenze nella gestione, organizzazione ed orientamento del personale”. Non la pensano allo stesso modo i docenti che si sono dimessi dagli incarichi interni (coordinatori, responsabili sicurezza…), neppure i professori che hanno chiesto il trasferimento: dieci su 32.
Cosa sta succedendo di così grave da provocare un fuggi fuggi nella scuola ‘Alberto Manzi’ che insegna l’italiano agli stranieri, organizza corsi serali per gli adulti e aiuta i carcerati a studiare e che non ha precedenti nella storia provinciale della scuola pubblica?
Rispondono i sindacati, tutti insieme, uniti nella mobilitazione di piazza di venerdì (non c’erano i tempi tecnici per lo sciopero, ma la sostanza non cambia): “La scuola per adulti simbolo di inclusione e accoglienza – è stata la prima in Italia, negli Anni ’70 – era già nel caos. Abbiamo trovato una dirigenza ostile capace di distruggere l’entusiasmo di chi ci lavorava da anni, con sacrificio ed entusiasmo. In tanti – docenti e amministrativi – lamentano stress da lavoro”.
I rappresentanti sindacali riferiscono di avere quotidiani contatti con docenti e personale Ata, persone disperate, in lacrime, stressate che chiedono come comportarsi o come potersi difendere da richieste, carichi di lavoro esagerati. E maleducazione.
“Fin dalle prime settimane di ottobre si sono susseguiti comportamenti che ledono la professionalità dei lavoratori. C’è poco dialogo, disparità di trattamento, risposte sgradevoli, quando ci sono. Perché il più delle volte non risponde né al telefono né alle email”.
Si racconta di poca flessibilità nei turni e nelle ferie, di ‘blocco’ delle iscrizioni ai migranti in attesa di documenti e non solo: “Nel collegio docenti ha impedito agli assenti della riunione precedente di votare o ha chiesto di firmare una lettera scritta da lei ‘pro operato’, fino ad atteggiamenti ostili per chi si fosse presentato al si-in di venerdì”.
Le accuse sono pesanti: mobbing, rifiuti di permessi e ferie senza motivo, gestione amministrativa delegata ad altri. Stando sempre alle ricostruzioni dei sindacati, la dirigente Alessandra Ricca avrebbe negato ogni addebito e i problemi palesati, ribadendo la massima disponibilità.
Che però riunioni, dimissioni e assemblee tenterebbero a contraddire.
Proprio ieri si è svolto un incontro di ‘mediazione sofferta’ nell’ufficio del provveditore agli studi, Laura Bergonzi, che commenta: “Se è stata organizzata la riunione vuol dire che qualche problema sussiste, i passi avanti per garantire il servizio efficiente per tutti non si fanno in in giorno”.
Sarebbe già partita un’ispezione dagli uffici regionali nei confronti della dirigente che comunque è ancora nel suo anno di prova. “Una gestione del genere non va bene in alcuna scuola, ma neppure in alcun luogo di lavoro”, chiosano i sindacalisti.
Vista la situazione giudicata insostenibile FLC CGIL, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, Snals Confsal hanno indetto una mobilitazione per chiedere “il riconoscimento dei diritti, della professionalità e della dignità del personale”.
Il presidio si svolgerà venerdì 26 marzo, per tutta la giornata davanti alla sede casalese in via Oliviero Capello 3.