Lavagno su Amc: «Il bilancio compare e scompare, cosa volete fare?»
Il consigliere comunale duro sulla gestione della società
CASALE – Il consigliere comunale Fabio Lavagno (Pd) torna a interpellarsi sulla gestione di Amc, e lo fa partendo dal bilancio della società: «È la seconda volta che il bilancio previsionale di Amc compare e poi scompare. Lunedì scorso era all’ordine del giorno del Consiglio di Amministrazione per la sua approvazione così come nei mesi scorsi avrebbe dovuto essere visionato dall’Assemblea dei soci, ma in entrambi i casi con grande gioco di magia è scomparso. Cosa c’è sotto? Forse che c’è una previsione di chiudere in perdita esattamente come il consuntivo approvato, ma in maniera più pesante e per ragioni determinate da parte del suo socio più rilevante cioè il comune di Casale? Ecco che un’azienda che fino a poco tempo fa ridistribuiva utili improvvisamente si ritrova in perdita ed incapace a metà anno di programmare se stessa per l’esercizio finanziario in corso, rimanendo nell’ordinario e non potendo realizzare quegli investimenti, come le estensioni gas, che erano programmati e che invece resteranno promesse. Cosa pesa sull’azienda in modo tanto pesante da impedire di approvare il bilancio di previsione e forse di mandarlo in perdita? Forse la questione del canone gas che il Comune di Casale ha aumentato a un milione e mezzo (con un incremento di 300mila euro), pur di chiudere con altre operazioni “fantasiose” il proprio bilancio, quando l’azienda chiederebbe invece di ridurlo a molto meno? Intanto non si risparmia sugli studi, la richiesta di pareri e le consulenze. Ma quanto ci costate a forza di studiare? Non ne avete ancora abbastanza?» l’accusa del dem.
«Ci volete dire una buona volta cosa intendete fare di Amc? Volete trasformarla da multiservizi a scatola con la solo finalità di contenere altre micro società pronte alla vendita? Se è questa la volontà, per carità legittima, fate solo il piacere di dirlo chiaramente. Non fatecelo sapere improvvisamente come un fulmine a ciel sereno come è avvenuto per la vicenda Ginepro. In fretta e furia e senza ascoltare alcun parere differente dal vostro avete voluto perseguire la strada della società consortile per il servizio idrico. Siete ancora sicuri a pochi mesi dalla decisione di aver agito per il meglio? Ricordate comunque che state amministrando un bene pubblico, con un certo sapere industriale e che si occupa di servizi piuttosto sensibili, improvvisare non serve e potrebbe essere estremamente dannoso».