«Patriottismo? Furono i partigiani a rappresentarlo più convintamente»
L'intervento dello storico e saggista monferrino
CASALE – La premier Giorgia Meloni, nella settimana della Festa della Repubblica, ha rivendicato lo ‘sdoganamento’ dei concetti di patria e nazione: «Non è un fatto irrilevante che definirsi patrioti non sia più oggi considerato un appellativo dispregiativo o comunque obsoleto ma un elemento condiviso e rivendicato praticamente da tutte le forze politiche» ha spiegato.
Su questi temi si innesta la riflessione dello storico e saggista monferrino Sergio Favretto. L’esperto spiega i legami del termine ‘patriota’ con la Resistenza.
«In questi giorni, con tenacia antistorica e impegno propagandistico evidente, si vuole affermare una nuova e strumentale accezione del termine “patriota”, in contrapposizione e a superamento dei valori resistenziali. Ma le cose non stanno così. Furono i partigiani delle nostre colline e montagne, gli antifascisti ad essere chiamati “patrioti”, a rappresentare la versione più convinta e organizzata del patriottismo contro i fascisti e nazisti. Provate a cercare nelle pagine di Calvino, di Fenoglio, di Galimberti, di Revelli, di Bocca; nelle relazioni e lettere della Resistenza, nei documenti e dichiarazioni degli Alleati, troverete molti riferimenti al patriottismo dei partigiani. Nelle Langhe vi furono brigate e un Comando Patrioti delle Langhe, così in varie altre aree del Nord Italia – spiega Favretto – Il maggiore Leach, comandante della missione inglese del SOE paracadutata fra Alessandria e Asti, nel 1945 ringraziò e elogiò l’attività della Divisione Patria comandata da Malerba Edoardo Martino, proprio con i termini patriottismo e patrioti».
“Grandemente apprezzando l’attività ed i meriti di questa formazione patriottica, la mia missione ed io desideriamo manifestare la nostra personale ammirazione al suo comandante, ai suoi ufficiali e agli uomini per i loro interminabili sforzi e la loro completa dedizione al dovere, che, combinati alla disciplina, al più sincero e sentito patriottismo o spirito di corpo, dimostrati da ogni singolo componente la Divisione, senza alcun riguardo per la propria incolumità personale, così grandemente hanno contribuito alla definitiva cacciata del nemico tedesco e fascista, durante gli storici giorni della liberazione
d’Italia. È con rimpianto e commozione che ricordiamo quei Patrioti che immolarono la loro vita alla causa della libertà, ma i loro nomi, fulgidi, brilleranno per sempre, monito ed insegna dei popoli amanti la giustizia e le libertà. Al capitano Malerba, ai suoi ufficiali e ai suoi uomini, esprimo la mia profonda gratitudine per l’aiuto cordiale dato alla mia missione, durante il nostro indimenticabile soggiorno presso di loro. E ad essi voglio dire che mai vi fu unità che più giustamente e più meritatamente potesse fregiarsi del motto “senza macchia e senza paura”.
Maggiore Leach