Miur, l’inchiesta che ha scosso l’Italia: a processo in nove
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Monica Gasparini  
1 Giugno 2023
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08:04 Logo Newsguard
Il caso

Miur, l’inchiesta che ha scosso l’Italia: a processo in nove

Per Giovanna Boda, ex capo dipartimento del ministero dell'Istruzione, rito abbreviato il 31 ottobre 

CASALE – Appalti concessi dal Ministero dell’Istruzione e il sospetto della corruzione: nove persone, tra cui l’imprenditore Federico Bianchi di Castelbianco, sono state rinviate a giudizio, il processo inizierà il 27 settembre. Mentre Giovanna Boda (nella foto), ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione, affronterà (insieme ad altri tre) il rito abbreviato: l’udienza è stata fissata il prossimo 31 ottobre.

All’udienza preliminare di martedì, il Gup ha ammesso la costituzione di parte civile del Ministero e della Presidenza del Consiglio nei confronti delle persone fisiche. In sei, invece, andranno verso il patteggiamento, con pene che vanno dai quattro mesi ai due anni. La 48enne Giovanna Boda è figlia dell’ex sindaco di Casale, Titti Palazzetti.

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L’attività dei magistrati romani e della Guardia di Finanza era riferita a presunti episodi di corruzione in appalti al dicastero di viale Trastevere. Si tratta di una vicenda complessa che, per quanto concerne Giovanna Boda, si cercherà di chiarire, riportando le situazioni al proprio posto, attraverso il rito abbreviato.

I fatti a lei contestati devono essere collocati in un quadro d’insieme particolare. Dalle stesse risultanze investigative sarebbe emerso chiaramente come Giovanna Boda stesse attraversando un periodo di grandissima fragilità psicofisica. Con un aspetto che dovrà essere spiegato: il rapporto tra Bianchi e la Boda non era tra corruttore e corrotto.

Secondo l’accusa, invece, le contestazioni per l’ex capo dipartimento del ministero dell’Istruzione e per l’imprenditore sono di corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio, corruzione per l’esercizio della funzioni, rivelazione e utilizzazione di segreti d’ufficio.

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