Botteon e Novelli: «Pd contro sanità pubblica? Urta l’intelligenza delle persone»
L'attacco del capogruppo dell'assessore e del capogruppo di Fratelli d'Italia in consiglio comunale a Casale
CASALE – L’assessore Luca Novelli (presidente del circolo di Casale di Fratelli d’Italia) e il capogruppo di Fratelli d’Italia in consiglio comunale a Casale Fabio Botteon attaccano duramente il Pd sul tema sanità: «’Urta l’intelligenza delle persone’ schierarsi ora contro la sanità pubblica, dopo che questa venne depauperata dall’azione dei governi nazionali e regionali a guida Pd. Non si nascondano dietro cifre e numeri percentuali, coloro che negli ultimi 11 anni, tolti questi ultimi 8 mesi ed il circa anno e mezzo del governo giallo verde, sono stati condottieri principali tramite premier e ministri della salute che facevano capo al Pd» dice Botteon.
Che continuano: «Parliamo di 37 miliardi di euro, fra tagli e mancate indicizzazioni. Non siamo noi a far i conti, ma pagella politica, solido network di informazione e fact checking, che già il 4 marzo del 2020 scriveva come questo avvenne, e la fondazione Gimbe, il cui massimo esponente Cartabellota è ben conosciuto.
A dire il vero, parlare di tagli non è perfettamente corretto, perché il finanziamento fra Stato Regioni e province autonome sono pressoché rimasti invariati, se non addirittura lievemente aumentati (di circa 9 mld fra il 2010 ed il 2019) come delinea per l’appunto la fondazione Gimbe, ma in realtà sono stati tagliati gli aumenti programmati per poter mantenere l’agibilità delle strutture, e ridimensionati gli aumenti per sopportare l’inflazione, che se anche non era al livello degli ultimi 12/18 mesi aumentava costantemente anche in quegli anni di circa l’1%.
Risulta poi logico pensare a come questi tagli abbiano influito sulla percezione della mancanza di personale medico, infermieristico e tecnico operante negli ospedali italiani. Chiudendo reparti ed ospedali coloro che rimanevano in forza al SSN venivano chiaramente concentrati in ciò rimaneva aperto, e veniva così a essere ridotta la percezione della mancanza di ‘manodopera’ strutturale al lavoro da svolgere.
I limiti imposti come posti per medicina, ed il naturale abbandono di taluni passati dalla tagliola del test d’ingresso, portano alla mancanza cronica che oggi abbiamo di medici. Solo in questi giorni verranno incrementati questi posti con circa 4 mila unità supplementari, ma prima di 6/9 anni non vedremo alcun beneficio. Qualora fosse necessario ricordarlo, sono molti i medici pensionati tornati al lavoro come gettonisti per le cooperative che vanno a colmare le ‘sedie’ vacanti, ed alcune regioni hanno definiti contratti con altri Stati (regione Calabria e Cuba) per riuscire a completare organici che definire deficitari è poco.
È quindi necessario, per chiarire indiscutibilmente, citare la fondazione Gimbe nel suo report sullo scorso decennio, dove oltre certamente a indicare come ancora siano grandi gli sprechi, individua in poche righe della sua premessa, quali siano stati i principali problemi della sanità italiana di quegli anni e che ancora si riverberano nel nostro quotidiano, messo ancora più a dura prova dopo la pandemia. ‘Nel decennio 2010-2019 fra tagli e definanziamenti al SSN sono stati sottratti circa € 37 miliardi e il fabbisogno sanitario nazionale (FSN) è aumentato di soli €8,8 miliardi.’
Così come i LEA imposti non era esigibili allora, una spesa sanitaria certificata anno su anno sempre inferiore in percentuale rispetto al PIL, che passa pur aumentando in termini di € dal 6,6% al 6,4% nell’arco di cinque anni. Infine ci corre l’obbligo di riportare come in termini assoluti la spesa pro capite del nostro servizio sanitario fosse già per un quarto inferiore rispetto a quella della nazione tedesca, ed al termine del decennio scorso divenne di circa la metà».
Concludono: «Ora dai disastri venuti dal ‘ce lo chiede l’Europa‘, che in un decennio ha mortificato il nostro SSN, non si può chiedere in pochi mesi un cambio di passo talmente ampio che richiederebbe, sempre come specifica in conclusione del suo report Gimbe, un aumento di più del doppio dell’inflazione annua, che oltremodo veniva specificato in tempi pre pandemici. Non ci piace scriverlo, ma serve tempo, servono investimenti, denaro, che non può arrivare tramite il MES, come sicuramente proporranno coloro che hanno sostenuto chi ha generato tutto ciò».