Deambrogio all’attacco su sanità regionale e casalese
Le parole del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
CASALE – Tema sanità: arriva anche l’intervento del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista Alberto Deambrogio. «Qualche settimana fa siamo stati facili profeti nell’indicare possibili gravi disagi per gli utenti, che sarebbero derivati dalle azioni per ripianare il disavanzo dei bilanci della sanità regionale.
Quest’ultimo è stato quantificato in 400 milioni di euro, una stima che pare sottovalutata e certo non è riconducibile in modo secco ai mancati conferimenti dell’epoca Covid».
«A fronte di quella cifra – continua Deambrogio – apparivano subito chiare alcune cose. Per ripianarla sarebbe servita una strategia programmatoria, cosa da sempre aliena presso l’attuale giunta regionale, o almeno un’idea precisa da applicare nell’emergenza per evitare di colpire nel mucchio l’insieme dei servizi in specie quelli prioritari per le persone malate. Anche da quest’ultimo punto di vista nulla di chiaro è stato prodotto e si è preferito magnificare le sorti dell’Azienda Zero, vera attuale farsa della riorganizzazione regionale, come panacea di tutti i mali. Oggi i nodi stanno venendo al pettine e con il bisogno di fare cassa le varie ASL stanno applicando misure che finiscono per ledere pesantemente il diritto alla salute.
Si potrebbero fare molti esempi – ha continuato ancora Deambrogio – ma basta fermarsi un attimo a vedere quel che sta capitando a Casale Monferrato per avere una fotografia. Da settimane molti utenti e le loro famiglie accusano lunghi, insopportabili ritardi nella consegna di presidi, ausili, strumenti necessari nella loro vita quotidiana. Semplicemente si sono chiusi i cordoni della borsa, senza neanche avere il coraggio di dire le cose come stanno: bisogna tagliare, quindi si possono pure lasciare alla deriva sia i pazienti, sia la loro interfaccia nei servizi.
Semmai si dirottano le molte note di lamentela verso l’URP, dove forse la direzione dell’ASL pensa che possano finire su un binario morto. Questo tipo di problema, in ogni caso, è più esteso e finisce per lambire molti settori».
Conclude Deambrogio: «Tutto questo è semplicemente inaccettabile, soprattutto se pensiamo che, da qui alle prossime elezioni regionali, chi gestisce la sanità in Piemonte ha deciso semplicemente di ‘galleggiare’ in assenza di idee e di risorse dal proprio governo amico a livello nazionale.
Il presidente Cirio nei giorni scorsi ha lamentato uno scarso interesse della politica per le questioni sanitarie. Ci sarebbe da chiedersi dove lui pensa di essere collocato. In ogni caso potrebbe avere una miglior contezza della situazione se si recasse di persona a misurare il disagio sui territori. Non so se si riconcilierebbe con il suo ruolo, ma almeno non potrebbe più fare finta di niente»