Sanità casalese e regionale, il Pd risponde a Novelli e Botteon
La risposta del circolo dem all'attacco rivolto dagli esponenti di Fratelli d'Italia
CASALE – Continua lo scontro sul tema sanità tra l’amministrazione comunale di Casale e l’opposizione targata Pd. Si aggiunge ora la replica dei dem all’attacco mosso dall’assessore e segretario della sezione locale di Fratelli d’Italia Luca Novelli e del capogruppo in cosniglio comunale Fabio Botteon: «Un’abbondanza di dati peraltro tra loro slegati e contraddittori, che poco o nulla dicono del vero problema, la Sanità piemontese, che è un tema molto serio e che non si risolve con un po’ di propaganda (peraltro piuttosto confusa…)».
Prosegue il circolo cittadino: «Perché, se è vero che il Servizio Sanitario Nazionale rende ogni anno disponibili alle singole Regioni importi e finanziamenti che a nostro giudizio non sempre sono stati adeguati alle necessità di ciascuna realtà locale, sono poi concretamente le singole Regioni che gestiscono i fondi a loro assegnati dallo Stato in piena autonomia, attraverso il Servizio Sanitario Regionale, cioè la Sanità Pubblica, nei propri ambiti territoriali.
E la Regione Piemonte, purtroppo, ne è un esempio non virtuoso: vale la pena ricordare agli esponenti casalesi di FdI come il Piemonte sia stata l’unica Regione del nord Italia (durante la presidenza Cota 2010 – 2014, durante la quale Cirio era assessore e FdI era parte attiva della maggioranza regionale dell’epoca), a dover sottoscrivere un vero e proprio ‘piano di rientro’ da un gravissimo deficit del Servizio Sanitario Regionale, stimato a fine 2012 in ben 883 milioni di euro.
Imbarazzante, è al riguardo la lettura del documento riguardante la riunione dei ‘Tavoli di monitoraggio’ finalizzata ad effettuare la verifica annuale sullo stato di attuazione del Piano di rientro piemontese, svoltasi il 4 aprile 2013 tra Ministero della Sanità e Regione Piemonte: suggeriamo ai due Esponenti di FdI la lettura del medesimo documento, per capire in che condizioni si trovava già allora la Sanità Piemontese gestita dal centro destra!
Nel 2014, la giunta regionale di centro sinistra a guida Chiamparino ereditava, quindi, un gravissimo ‘dissesto sanitario’ da gestire e sistemare. Ci riusciva, con non poche rinunce e scelte anche impopolari. Siamo nel 2017, infatti, quando la Regione Piemonte esce finalmente dalla situazione di default: ce lo segnala anche il quotidiano finanziario ‘Il Sole 24 Ore’.
Leggiamo nell’ articolo del 21 marzo 2017 (che anch’esso suggeriamo a Novelli e Botteon, perchè molto ricco di dati… tra loro non contraddittori) :’l’impulso alle iniziative di governance degli ultimi anni sono quelle che senza dubbio hanno determinato il risultato tanto atteso. Bilanci in equilibrio economico-gestionale ed approvati in tempi utili, individuazione dei fabbisogni della rete ospedaliera secondo gli standard previsti dal Decreto Ministeriale 2 aprile 2015 n. 70 (DGR 1-600 e 1-924 ) nonché la ricontrattazione del budget con gli erogatori privati, sono solo alcune delle frecce nell’arco dell’assessore alla sanità Antonio Saitta che hanno permesso l’uscita dal piano di rientro del Piemonte….’.
E l’invettiva non si ferma solo agli anni passati: «E allora, rimandiamo ad un intervento dell’allora consigliere comunale Federico Riboldi che il 15 dicembre 2016 (quotidiano La Stampa) ‘in qualità di referente per il territorio del Monferrato per il Comitato regionale «Salviamo gli ospedali», ha presentato ieri (14 dicembre 2016, ndr), con altri sostenitori, il progetto di raccolta firme per indire un referendum abrogativo della delibera regionale 1-600 riguardante la riorganizzazione della rete ospedaliera e «che ha portato – a suo giudizio – tagli all’ospedale Santo Spirito in Oncologia, Diabetologia, Infettivologia, tanto per citare gli ultimi , oltre a disservizi che si toccano con mano ogni giorno» ‘.
E allora? Nel 2019 il centrodestra di Cirio e Riboldi hanno vinto le elezioni in Piemonte e a Casale promettendo un futuro radioso e un cielo sempre più blu, anche in tema Sanità’. I fatti dimostrano che non hanno modificato gli strumenti normativi a loro disposizione (come avevano promesso in campagna elettorale), nè indetto alcun referendum e, ancor peggio, hanno aumentato la mobilità passiva, ridotto le assunzioni, aumentato il peso dei privati nelle strutture pubbliche, ecc, ecc».
Concludono i dem: «Se solleviamo la cortina fumogena della ‘annuncite cronica’ e la smettiamo con la facile propaganda che ormai ha le gambe sempre più corte, diventa facile capire come sempre più persone e intere comunità non ne possano più di una sanità pubblica che, a partire dalle liste di attesa, testimonia il pieno fallimento del governo regionale e locale della destra.
Sabato scorso, 1° luglio, in piazza Mazzini a Casale Monferrato, molte decine di persone, hanno aggiunto la loro firma alle altre centinaia già raccolte a Casale e nel Monferrato per dire ‘basta’ alla sistematica violazione del diritto sancito nella Costituzione che tutela la salute come ‘come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti’ (art. 32- Costituzione della Repubblica Italiana)».