Autonomia differenziata, Deambrogio contro tutti (anche il Pd)
Altra invettiva del segretario regionale del Partito della Rifondazione Comunista
CASALE – Nei giorni scorsi il Pd di Casale Monferrato ha depositato un ordine del giorno relativo al progetto di Autonomia regionale Differenziata voluto dal ministro Calderoli: in merito a tale posizionamento arriva ancora una volta l’intervento del segretario regionale del Prc – Se piemontese Alberto Deambrogio.
Dichiara Deambrogio: «Ho già avuto modo di criticare in modo radicale il progetto di Calderoli, che non faccio fatica a considerare eversivo e profondamente anti egualitario. In queste settimane va fatto il massimo sforzo a tutti i livelli per farlo fallire, ricercando le giuste convergenze sociali, sindacali e politicheutili allo scopo.
Detto questo, credo anche che sia opportuno fare chiarezza su quale è la vera posta in gioco, per evitare di ottenere risultati pericolosi per il futuro. Quando nel 2001 si avallò la modifica del Titolo V della Costituzione, senza il voto del Prc, si disse che era per arginare le mire secessioniste della Lega: ebbene quella porta aperta ci ha portati dritti dritti alla possibilerealizzazione di quel progetto».
«Il Pd – ha continuato Deambrogio – si sta posizionando ora in contrasto alla legge Calderoli, ma in realtà non contro l’autonomia differenziata. Alla recente assemblea di Napoli, organizzata dal nuovo corso di Schlein su questo tema, sono state infatti presentate due proposte di legge avanzate da alcuni parlamentari, mentre nella medesima assise era presente pure il presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini, già firmatario di pre intese sull’autonomia con il governo Gentiloni in compagnia di Lombardia e Veneto.
In Emilia Romagna è in corso una raccolta di firme su legge regionale per il ritiro di quell’intesa, che Bonaccini non ha mai annullato. Come si vede la situazione e assai confusae non certo foriera di facili soluzioni.
Lo stesso ordine del giorno del Pd casalese – ha continuato ancora Deambrogio – descrive un suo percorso di realizzazione dell’autonomia, che finisce nei fatti per mantenere viva, con l’dea di addomesticarla, un’opzione dannosa. Sarebbe davvero utile fare un bilancio di cosa ha dato sino ad oggi quella spinta, per esempio in campo sanitario, dove pure in presenza dei cosiddetti Lea (livelli essenziali di assistenza) ci troviamo con disparità enormi di trattamento da regione a regione.
Oppure fare davvero i conti con strumenti come il fondo perequativo, che non ha nessuna possibilità di realizzarsi».
Conclude Deambbrogio: «Questa è l’ora di togliere di mezzo sia l’esiziale idea di Calderoli, sia proposte che vorrebbero comunque continuare nel solco di una fallimentare idea di autonomia. Il nostro Paese, le persone più deboli in esso, sono a rischio di tenuta. A me pare che associazioni significative, come ad esempio la Cgil e l’Anpi, lo abbiano capito. Con loro e con molti altri va costruita una opposizione larga al disegno Calderoli, avendo però chiaro che quello che alla fine va sconfitto definitivamente è ogni progetto di autonomia differenziata».