Reneuzzi e l’incanto del confine: un viaggio tra storia, natura e turismo sostenibile
La Provincia di Alessandria, con il suo confine con la Liguria, ha sempre rappresentato un punto di incontro tra diverse culture e tradizioni. Queste terre hanno visto il passaggio di popoli, mercanti e avventurieri, ognuno dei quali ha lasciato un segno indelebile nella storia e nella cultura della regione. Dai Romani, che utilizzavano queste vie per espandere il loro impero, ai mercanti medievali che attraversavano le montagne per commerciare merci preziose, ogni epoca ha lasciato la sua impronta.
Questi luoghi di confine sono stati testimoni di un passato ricco di storia e tradizioni. Antiche strade di transumanza, vie del sale e sentieri percorsi da viandanti che attraversavano queste terre per commerciare con gli abitanti della pianura. Questo confine, un tempo battuto da mercanti e avventurieri, è un crocevia di culture e tradizioni. Oggi, rappresenta una gemma nascosta, un’opportunità per un turismo lontano dalle masse, un turismo che cerca autenticità e contatto con la natura.
Il compito di organizzare e proteggere queste bellezze naturalistiche è affidato alle Aree Protette Appennino Piemontese. Questo Ente gestisce il Parco Capanne di Marcarolo e anche il parco naturale Alta Val Borbera, dando origine ad una delle aree protette più affascinanti d’Italia, a ridosso della Liguria. Con la sua vasta biodiversità, il Parco Alta Val Borbera offre un rifugio per molte specie animali e vegetali, alcune delle quali sono rare o in via di estinzione. Recentemente si parla di avvistamenti di sciacallo ungherese nella zona del monte Antola. Ma non è solo la fauna e la flora a rendere questo parco speciale. Le sue montagne, valli e fiumi raccontano storie di tempi antichi, di popoli e culture che hanno abitato queste terre per millenni.
Passeggiando tra i sentieri del parco, si possono scoprire antiche rovine e villaggi abbandonati, testimonianza di un passato ricco e tumultuoso. Ogni pietra, ogni albero, ogni ruscello ha una storia da raccontare, e per chi ha la pazienza di ascoltare, il parco svela i suoi segreti.
Domenica 20 agosto decidiamo di organizzare un’escursione in questo luogo selvaggio, uno dei più selvaggi della Provincia di Alessandria. Raggiungiamo Vegni in Vespa. Una trasferta interessante da farsi in moto. 70 km. Di strade provinciali per raggiungere questa frazione, sito di partenza della nostra escursione.
Da Vegni, abbiamo iniziato il nostro cammino, immersi in un bosco dove faggi, castagni e betulle danzano al ritmo del vento. E tra questi passi, abbiamo scoperto i villaggi di pietra: Casoni di Vegni, Ferrazza e l’enigmatico Reneuzzi.
Reneuzzi, un borgo che sorge a 1075 metri d’altitudine, è un racconto di pietra e legno, di case che parlano di tempi passati. Ma è anche un monito sulla fragilità dei luoghi e delle memorie, con le sue strutture abbandonate e le tracce di un passato che lotta per non essere dimenticato. Un tempo fiorente, ora è un villaggio fantasma, abbandonato e in rovina. La mancanza di una strada carrozzabile e la sua distanza dai centri di fondovalle hanno contribuito al suo declino. Tuttavia, non è solo il tempo ad aver eroso la sua bellezza, ma anche gli antiquari, che hanno devastato il paese alla ricerca di oggetti e attrezzi antichi.
Ma Reneuzzi non è solo un luogo di storia e natura, ma anche di leggende. Si racconta che l’ultimo abitante del paese abbia assassinato una giovane donna per gelosia, prima di togliersi la vita. Alcuni dicono che il suo spirito si aggiri ancora nel borgo, tormentato dal rimorso. L’innamorato riposa nel cimitero più piccolo d’Italia, come lo definisce la rivista Airone.
E mentre camminavamo tra le strade silenziose di Reneuzzi, abbiamo sentito l’eco di questa leggenda e anche la speranza che, attraverso un turismo consapevole e rispettoso, questi luoghi possano trovare una nuova vita.
In questi villaggi di pietra c’è una visione di un turismo sostenibile, che valorizza e rispetta questi siti, testimoni di una vita passata fiorente. Un turismo che non cerca solo spettacolo, ma connessione. Connessione con la natura, con la storia, con le persone del luogo e le sue tradizioni e non con i social (in quest’area non c’è rete quindi cellulari e internet off). Qui si può rivivere il significato di egregoro, di condivisione, di connessione.
Pochi sanno che poco distante da qui, circa 30 km. da Vegni, nella frazione di Montebore nasce un formaggio delizioso che la leggenda attribuisce ad una creazione di Leonardo da Vinci. Tre dischi di formaggio impilati uno sull’altro generano quella che Leonardo considerò una torta nuziale per un matrimonio della famiglia Visconti. A Montebore sono rimasti solo due casari che lo producono.
Nell’era del turismo di massa, dove le destinazioni più popolari sono spesso sovraffollate e commercializzate, c’è una crescente domanda di esperienze di viaggio autentiche e sostenibili. E la Provincia di Alessandria, con i suoi paesaggi incontaminati e la sua ricca storia, offre l’opportunità perfetta per un turismo alternativo.
Per turismo sostenibile non si tratta solo di proteggere l’ambiente, ma anche di valorizzare la cultura e la storia locali. Significa viaggiare in modo responsabile, rispettando le comunità locali e contribuendo al loro benessere economico e sociale. E in luoghi come Reneuzzi, dove il tempo sembra essersi fermato, i visitatori possono vivere un’esperienza di viaggio unica, lontana dalle folle e vicina alla natura e alla cultura.
La nostra ultima escursione ci ha nuovamente confermato che c’è molto di più in Italia di quanto si possa immaginare. Oltre alle famose città d’arte e alle spiagge affollate, ci sono luoghi nascosti, dove la natura e la storia si fondono in un’armonia perfetta. Luoghi come Reneuzzi, il parco naturale Alta Val Borbera e molti altri, che offrono un’opportunità unica per riscoprire l’Italia in tutta la sua bellezza e autenticità.
Noi siamo pronti a farveli conoscere. Non perdete i nostri prossimi appuntamenti e seguite le nostre uscite su Eventi Monfreedom.