Alessandria: quattro piani e un ascensore guasto, l’appello dalla casa Atc
Dagli inquilini del civico 108 di via della Palazzina arriva una richiesta di ascolto: «È una vergogna»
ALESSANDRIA – Al civico 108 di via della Palazzina ad Alessandria, quartiere Cristo, c’è una casa popolare Atc. Non uno stabile qualunque: quattro piani, un ingresso accessibile h24 – il portone principale non si può chiudere – da chiunque e soprattutto un ascensore inutilizzabile, che all’inizio dell’estate risultava essere malfunzionante, per poi cessare la propria corsa definitivamente negli ultimi tempi. E non solo la sua, ma anche quella degli inquilini – molti anziani o comunque a mobilità limitata – che da settimane necessitano aiuti da parte di terzi per compiere la più banale azione quotidiana come andare a fare la spesa. È da loro che arriva l’ennesimo appello proprio all’Atc per ‘mettere una pezza’ alla situazione «Perché così non si può andare avanti».
Nella casa atc: ascensore guasto, ma non solo…
Ad accoglierci ai piedi dell’edificio ci sono la mamma di un’inquilina 85enne che abita al quarto piano e quindi non può raggiungerci con altre due signore, che si dicono indignate per il comportamento di Atc negli ultimi mesi, a partire da luglio: «Sono venuti 3 o 4 volte a fare delle foto sia all’ascensore che al portone senza però farsi più vedere nè sentire. La consideriamo una presa per i fondelli».
Anche perché l’accesso al palazzo è alla portata degli indesiderati: «Entrano nelle cantine, qua davanti troviamo qualunque individuo» continuano. Le segnalazioni, spiegano, sono costanti, l’ultima addirittura sarebbe avvenuta ieri mattina sempre all’indirizzo di Atc: «Ho chiamato stamattina (ieri, nda) – spiega una residente – ma hanno detto che per l’ascensore non possono fare niente, bisogna chiamare il numero verde».
Nella casa Atc di via della Palazzina 108: sfoglia la gallery
Chi ha provato a contattare l’assistenza è stato il giovane costretto sulla sedia a rotelle che abita al primo piano, ed è quindi impossibilitato a percorrere le due rampe di scale che lo separano dal mondo esterno: «Dal numero verde mi hanno detto di contattare il Responsabile a Milano, una volta fatto, questo mi ha detto che non avrei dovuto contattarlo». «Un continuo scaricabarile – chiosano gli altri presenti – siamo arrivati al punto di bere dal lavandino perché non riusciamo a portare in casa le casse di acqua: siamo praticamene reclusi, per ogni bisogno dobbiamo contattare attori esterni che non possono sempre essere a disposizione. È una vergogna».