Il futuro è oggi?
Innanzitutto saluto tutti quanti vorranno leggere questo mio piccolo angolino di web, attraverso il quale cercherò di trasmettervi le mie passioni e cercherò di orientare quanti di voi abbiano curiosità insoddisfatte e domande sul mondo dei videogiochi e della tecnologia. Benvenuti in questo piccolo paradiso del nerd, fate come foste a casa vostra.
La domanda nel titolo è l’essenza di quello che sto vivendo da martedì 10 ottobre, giorno in cui è uscito al pubblico il Meta (ex Oculus) Quest 3, nuovo visore per la realtà virtuale e aumentata del buon Marcolino Zuckerbeg.
Mi sono avvicinato per la prima volta alla realtà virtuale con il PS VR, uscito nel 2016 su PlayStation 4 e compatibile unicamente con essa (anche se è possibile adattarlo su PC con qualche accorgimento e tanta pazienza). Il limite più grosso era dato dal cavo, che legava l’utente a uno spazio troppo piccolo e a una complessità intrinseca nell’utilizzo.
Nel 2020, appena prima del primo Natale post lockdown, ho acquistato il Meta Quest 2, che portava con sé il medesimo limite del PS VR: il cavo. Tuttavia, cominciava a svincolarsi un minimo da esso grazie alle numerose app e giochi stand alone che potevano essere scaricate e giocate direttamente con il visore stesso.
A livello grafico il passo avanti era notevole, pur avendo una risoluzione per occhio piuttosto bassa. Il Quest 2 inoltre introduceva il pass-through, ovvero la possibilità di vedere l’ambiente circostante attraverso le telecamere frontali in dotazione al visore. Il problema in questo caso era dato dalla bassissima risoluzione e dal fatto che le telecamere fossero in bianco e nero.
Nel corso degli anni, e con numerosi aggiornamenti, il Meta Quest 2 ha cercato di svincolarsi dal cavo introducendo l’Air Link, che consentiva di collegare il visore direttamente al proprio PC senza fili, a patto di avere un Wi-Fi sufficientemente performante. Il visore supporta il Wi-Fi 5 che è veloce ma non è sufficiente per giocare senza nessunissimo problema.
Così torniamo al 10 ottobre 2023 e al lancio del nuovo Meta Quest 3. Il visore ha fatto passi da gigante, ora il pass-through è completamente a colori anche se ancora in bassa definizione. Il visore è in grado di riconoscere e mappare automaticamente le stanze di casa e di creare l’area sicura di gioco. Il fatto che sia completamente a colori poi, permette di sfruttare l’Augmented Reality: la possibilità di inserire oggetti virtuali nella realtà attraverso il visore. C’è una tech demo all’interno del visore: una navicella spaziale atterra nel nostro salotto sfondando il tetto, ci fornisce una pistola e con essa dobbiamo catturare alcuni animaletti pelosi che compaiono dagli angolini della stanza in cui siamo. L’effetto WOW è assicurato, ed è solo un giochino per mostrarne le potenzialità!
Non solo, il visore supporta nativamente l’Air Link e il Wi-Fi 6 con la sua larghezza di banda che permette di giocare tranquillamente a tutto completamente senza fili. E allora sì, nel 2023 finalmente abbiamo la possibilità di entrare nella realtà virtuale come merita: senza nessun vincolo. Onestamente in realtà un vincolo c’è ed è dato dalla batteria del visore, che però dura un paio d’ore abbondanti. Poco forse ma non pochissimo.
L’Augmented Reality poi è la cosa migliore, potendo integrarla in applicazioni anche lavorative e non soltanto ludiche (immaginiamo ad esempio, durante una riunione di lavoro o una lezione universitaria, di poter creare una lavagna enorme in cui proiettare ciò di cui stiamo parlando). Il problema però è il ticket di ingresso: 550 euro il modello da 128 giga e 699 quello da 512. Per me che lo uso abbinato a un PC performante, quello da 128 giga è più che sufficiente, ma mi rendo conto che il prezzo è comunque ancora troppo alto per penetrare la massa.
Dall’altra parte, se lo confrontiamo con l’altro visore “di massa” che è il Playstation VR 2, il ticket non è così esoso: parliamo di 500 euro per la console e 550 euro per il visore, mentre il Meta Quest 3 può essere usato anche completamente stand alone.
Sono convinto comunque che siamo sulla strada giusta per rivoluzionare un media che è fermo da un po’ di tempo, ora servono i giochi, che siano più giochi e meno “esperienze” come siamo abituati a vedere. Sono molto curioso di vedere Apple cosa presenterà la prossima primavera.