Monfigato, se le donne del Casalese diventano “Fauna”
La nascita (e la morte?) del profilo su Instagram. La mission era dichiarata, raccogliere immagini delle più belle ragazze della zona (non necessariamente con il loro placet), come 'figurine' da social
CASALE – Un catalogo a portata di mano della migliore ‘fauna locale’, aggiornato giornalmente con contenuti sempre freschi. No, non è la brochure di un nuovo bioparco nel Casalese ma il motto di un profilo Instagram. È Monfigato Casalese, account che razzola male e predica (meglio dire predicava) anche peggio: soprattutto perché la fauna locale sarebbero decine di persone di sesso femminile del territorio.
«Ogni giorno una selezione della migliore fauna monferrina»
Nei giorni scorsi è comparso su Instagram un nuovo profilo anonimo monferrino. Monfigato, «Ogni giorno selezioniamo per voi il meglio della fauna del Monferrato e dintorni» recitava la biografia (nella giornata di ieri modificata e addolcita senza il riferimento “animale”, forse in un tentativo estremo di redenzione). Cosa significhi una tale espressione è presto detto: nei contenuti condivisi al pubblico dal profilo sotto forma di ‘storie’, ogni giorno era presentata una serie di fotografie di giovani donne del territorio; ragazze ritenute particolarmente attraenti, scatti condivisi direttamente dai loro profili personali, o screenshottati e pubblicati.
Ora, per Instagram la ricondivisione di ‘post’ da account non privati è assolutamente consentita, in quanto i singoli contenuti sono fruibili a tutti e riconducono al proprietario originale. Il problema qui però è diverso e diventa di carattere morale se questi contenuti vengono usati impropriamente. Non solo infatti le immagini sono state raccolte e ‘collezionate’, ma rimandano anche direttamente alle persone ritratte. Così, come se con un semplice click chiunque potesse scegliere il profilo migliore dal catalogo.
Si apre la questione: parliamo di discriminazione. Perché alla fine di questo si tratta; discriminatoria è anche la mancanza di rispetto, la svalutazione, la ridicolizzazione. E un profilo come Monfigato di sicuro può segnare un ‘check’ su ciascuno di questi punti.
Nella giornata di ieri sono iniziate le polemiche sui social e sono partite le segnalazioni di diversi utenti. Così nel giro di qualche ora l’account sembra essere stato definitivamente chiuso, non è chiaro se per volere dell’anonimo proprietario/i o direttamente da Meta per le eccessive lamentele ricevute.
Come tante figurine
Una goliardata, se così la vogliamo definire, ma che apre le porte a temi ben più consistenti: parlare di donne può essere fatto realmente riferendosi a una sorta di “fauna” locale collezionabile, come quando da bambini ci si trovava al parco per fare la conta dei “celo, celo, manca”? Il gioco è bello quando a giocare ci sono tutti: ma cosa succede se addirittura tra i coinvolti c’è chi è completamente ignaro?
La gravità in questa storia non sta nell’atto in sé, ma in ciò che questo sottintende, la facilità con cui ci si appropria dell’immagine di altri e la si oggettivizza. La semplicità con cui si decide di raggruppare una serie di persone in un unico “raccoglitore di figurine” da mostrare agli amici.
Non so se alcuni uomini possano dire di essere mai stati trattati come oggetti, ma di certo molte donne sì. Nella quasi totalità dei casi è svilente, spiazzante, triste. Sì, anche quando si sta «solo scherzando». Soprattutto se la donna allo scherzo non ha mai voluto partecipare. Tra i tanti, l’errore di Monfigato è stato dare per scontato proprio questo: parliamone allora, riascoltiamo la storia dall’inizio, così che un giorno rimanga davvero solo un isolato capitolo di una storia finita rapidamente in ridicolo.