Casale: centro diurno chiuso a quasi due mesi dall’inaugurazione
Il Pd, intanto, sollecita l'amministrazione e l'Asl con una nota
CASALE – Lo scorso 28 ottobre veniva inaugurato all’interno di Ospitalità Cdr a Casale il Centro diurno ‘Mnemosine’, ma a quasi due mesi di distanza risulta essere ancora chiuso.
Centro diurno chiuso dopo due mesi
La mancata operatività del centro potrebbe portare a un ‘caso’ ma il sindaco di Casale Federico Riboldi spiega che: «I finanziamenti sono stati approvati, è tutto a posto. Si stanno ultimando le ultime pratiche burocratiche con l’Asl».
Sulle tempistiche il primo cittadino non si sbilancia: «Per inizio gennaio mi auguro che sia tutto a posto, visto che è stato fatto tutto in tempo record».
I vertici di Ospitalità Cdr, da noi interpellati, fanno sapere che saranno rilasciate comunicazioni ufficiali nelle prossime ore.
L’intervento del Pd
A sollecitare l’amministrazione ci ha pensato il Pd con una nota: «A due mesi dalla formale inaugurazione del Centro Diurno ‘Mnemosine’ presso la Casa di Riposo di Casale Monferrato, avvenuta lo scorso sabato 28 ottobre, alla presenza delle massime autorità cittadine, dei vertici dell’Asl e di molti esponenti della società civile, grazie allo straordinario impulso dato all’iniziativa da Vitas e da innumerevoli donazioni private, tutto pare ancora incredibilmente fermo e drammaticamente bloccato» spiegano i dem.
Continuano: «Aspetto tanto più grave e indice di disattenzione gravissima da parte delle Autorità sanitarie e comunali preposte. Com’è possibile che lo straordinario slancio volontaristico messo in campo da Vitas, dal Giardino di Cicci, dalle tante volontarie e volontari, dalle tante aziende e privati donatori che in pochi mesi hanno compiuto un miracolo organizzativo, tecnico, operativo assolutamente encomiabile, rischi di arenarsi per aspetti burocratici e amministrativi che ancora precludono un utilizzo del Centro diurno contro l’Alzheimer?
Non dimentichiamo che l’Alzheimer, e le altre malattie con demenza, sono processi degenerativi che colpiscono le cellule cerebrali, provocando l’alterazione e la perdita progressiva di alcune funzioni come memoria, pensiero, ragionamento, linguaggio, orientamento, comportamento e personalità.
Purtroppo non si può guarire ma le condizioni di vita per i malati, e per chi presta loro assistenza, possono migliorare anche molto e alleviare carichi umani sociali ed economici, molto spesso insostenibili.
La Dementia Friendly Community di Casale Monferrato, di cui dobbiamo andare fieri ed essere orgogliosi, sta sviluppando progetti per l’accoglienza, l’aiuto e il sostegno dei malati e delle loro famiglie, anche con tecniche innovative che possono ridurre i disturbi del comportamento.
Ma se tutto ciò si arena di fronte alla burocrazia, perché le autorità comunali casalesi e sanitarie dell’Asl Al non riescono a completare un semplice iter burocratico e a raccogliere le autorizzazioni necessarie, si svilisce l’azione di tanti volontari, non si risolve il problema di tante famiglie che necessitano di assistenza, si offre una ennesima immagine di precarietà, incapacità e inconsistenza operativa che sono un dramma nel dramma».
Quindi la richiesta: «Chiediamo che senza indugio, sindaco e dirigenti Asl, ciascuno secondo le proprie competenze e responsabilità, pongano fine a questo incredibile e increscioso balletto di incompetenza e rimedino a una situazione che lascia perplessi, indignati, senza parole.
Alle nostre richieste circostanziate in consiglio comunale su questo grave problema, la risposta della giunta comunale è stata… il silenzio: un’offesa verso i sofferenti e chi si è molto speso per ottenere un risultato che dona lustro a tutta la Città».