“Coup de Chance” di Woody Allen: appuntamento con il destino
L'ultimo film di Woody Allen torna a riflettere sull'intreccio tra caso, destino e libera scelta, tra cadenze da commedia e riflessi noir
«Chi disse “preferisco avere fortuna che talento” percepì l’essenza della vita. La gente ha paura di ammettere quanto conti la fortuna nella vita. Terrorizza pensare che sia così fuori controllo. A volte, in una partita, la palla colpisce il nastro e per un attimo può andare oltre o tornare indietro; con un po’ di fortuna, va oltre e allora si vince. Oppure no… e allora si perde».
(“Match Point”, Woody Allen, 2005)
“Coup de Chance” (“Un colpo di fortuna” nella traduzione italiana), il cinquantesimo e ultimo film dell’ottantottenne Woody Allen, vira drasticamente rispetto ai temi e contenuti dei precedenti “Rifkin’s Festival” (2020) e “Un giorno di pioggia a New York” (2019), laddove i riflessi da agrodolce commedia sentimentale sia del primo che del secondo titolo, così come – rispettivamente – l’ambientazione variopinta di un prestigioso festival del cinema spagnolo e quella traslucida di una Grande Mela piovosa e nostalgica, lasciano il posto alle declinazioni di una Parigi in cui si intrecciano non senza ambiguità traiettorie e destini.
Fanny (Lou de Laâge), è una ancora giovane donna che lavora in una casa d’aste, sposata al ricco imprenditore Jean (Melvil Poupaud), con il quale conduce una vita agiata e, in apparenza, felicemente perfetta. Le cose cambiano quando Fanny, per caso e in maniera del tutto inattesa, incontra – a distanza di anni – Alain (Niels Schneider), vecchio compagno di liceo la cui presenza innesca vagheggiamenti del passato e memorie foriere di emozioni rimaste sopite. E’ a questo punto che scatta, da parte di Jean, un contradditorio e malefico corpo a corpo con l’esistenza e i suoi appuntamenti fatali (nella letterarietà dell’assunto, ovvero relativi al Fato nelle sue diverse manifestazioni).
Il primo film in lingua francese del cineasta neyorkese torna a confrontarsi con i temi della responsabilità, del destino, del possesso cannibalico di sé e dell’altro, del libero arbitrio e della colpa, riecheggiando i precedenti “Crimini e misfatti” (1989) e “Match Point” (2005); quest’ultima, pellicola capitale e summa vertiginosa dei suddetti topics alleniani, tale da reggere ancora benissimo il confronto e uscirne vittoriosa.
Attraverso un morbido ed emblematico piano sequenza (sottolineato dalla fotografia di Vittorio Storaro) in ouverture Allen coglie il senso della storia che sta per raccontare: di ritorni non preventivati, di destini non scritti e quasi impossibili, di un umanesimo macchiato da stridenti note noir, privo di redenzione, beffardo come la vita stessa. Lo stile del regista, in questo caso, si fa meno incisivo, la narrazione più frammentata e incerta; rimane, tuttavia, sempre un riuscito ed eccellente esercizio estetico, che non smentisce e non inficia la stabilizzazione di Woody Allen nell’alveo eterno del mito cinematografico.
«Non lo so ancora se farò un altro film – ha dichiarato con la consueta carica ironica il regista durante la presentazione a Venezia, fuori concorso, della sua ultima fatica, lo scorso settembre – e per due motivi. Il primo è che ho sempre problemi a trovare i finanziamenti, e sono stufo di andare in giro a chiedere soldi e faticare per ottenerli. Se qualcuno busserà alla mia porta e mi dirà “Finanzieremo il tuo prossimo film”, allora probabilmente mi verrà la tentazione di farne un altro. Ma non ho più voglia di andare in giro a cercarli da solo, cinquanta film sono più che sufficienti. L’altro motivo è che non voglio lavorare a un film che resterà nelle sale per due settimane e poi andrà direttamente in streaming: il cinema per me non è questo, non ho cominciato così, l’industria del cinema non era così, era molto più glamour, molto più divertente. Facevi un film e migliaia di persone correvano in sala, e il film restava nei cinema per sei mesi, e tutti facevano la coda per vederlo. Ora è diventato tutto anonimo, due settimane e poi il film scompare, le persone lo guardano in camera da letto, non hai più nessun contatto con loro. Ma se qualcuno mi dice che ha i soldi per farmi fare un film, come posso resistere? Sarebbe impossibile».
“Un colpo di fortuna – Coup de Chance” (Coup de Chance)
Origine: Francia, Stati Uniti, 2023, 93′
Regia: Woody Allen
Sceneggiatura: Woody Allen
Fotografia: Vittorio Storaro
Montaggio: Alisa Lepselter
Cast: Lou de Laâge, Niels Schneider, Anna Laik, Melvil Poupaud, Yannick Choirat, Guillaume De Tonquédec, William Nadylam, Elsa Zylberstein, Arnaud Viard, Jeanne Bournaud, Anne Loiret, Sara Martins, Alan Risbac, Éric Frey, Samantha Fuller, Valérie Lemercier
Produzione: Gravier Productions, Dippermouth, Perdido Productions, Petite Fleur Productions
Distribuzione: Lucky Red